Cronaca

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Cosa Nostra: 63 ordinanze di custodia cautelare di cui 36 già notificate in carcere. Tra gli arrestati anche un dipendente del Comune di Gela, Angelo Camiolo, ritenuto uomo di fiducia del clan Emmanuello e vicinissimo all'ex reggente, Crocifisso Smorta, ora collaboratore di giustizia. L'impiegato comunale avrebbe avuto il compito di informare la cosca sugli appalti banditi dal Comune di Gela e successivamente di riscuotere il "pizzo" dagli imprenditori che effettuavano i lavori. Le indagini, durate tre anni, hanno permesso di svelare la complessa realtà di "Cosa nostra" di Gela e le sue ramificazioni nel varesotto e a Genova riconducibili ai Rinzivillo e agli Emmanuello. Le due famiglie rivali erano entrambe legate al capomafia della provincia di Caltanissetta Piddu Madonia, catturato nel 1992. Dopo la morte del boss Daniele Emmanuello, nel 2007, i Rinzivillo tentarono di riconquistare la leadership, approfittando della momentanea instabilità al vertice di Cosa nostra. Il clan sarebbe riuscito a infiltrarsi nel Nord Italia, in particolare nella zona di Busto Arsizio, grazie a imprenditori gelesi compiacenti e ad alcuni affiliati rimasti in libertà. Proprio sull'asse Gela-Busto Arsizio la famiglia Rinzivillo sarebbe riuscita a reimpiegare i proventi illeciti, provenienti in particolare dal traffico di stupefacenti, finanziando attività imprenditoriali del settore edile. Nel corso delle indagini è emerso come gli uomini d'onore trasferitisi al Nord continuassero a mantenere contatti con la cosca contribuendo all'assistenza dei detenuti e delle loro famiglie, e partecipando alle decisioni di Cosa nostra. Ben 15 imprenditori hanno collaborato con la giustizia denunciando intimidazioni e richieste di pizzo.