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Finisce con il trionfo della Pro Recco, scudetto numero venticinque che è pure il sesto consecutivo. La storia della pallanuoto passa qui. Finisce con  il Savona che esce di scena da questa finale di scudetto con onore: ci ha provato fino al quarto tempo ma poi i ragazzi di Mistrangelo si sono dovuti arrendere. Finisce con la piscina di Sori, esaurita, che applaude. Millecinquecento spettatori, una cartolina da spedire a quelli che hanno accorciato la finale scudetto. Dissero: due su tre, può bastare così. Invece, no. Si doveva mantenere la stessa formula, tre gare su cinque e vinca il migliore. E sarebbe stato davvero un altro grande spettacolo. Pubblico delle grandi occasioni, da Savona arrivano con due pullman ed è una fiumana biancorossa quella che scende giù verso l’impianto di Sori. La Pro Recco risponde con calore e colore da parte di una piscina scatenata per trequarti biancoazzurra. Immagini da ricordare quelle di Sori, uno splendido spot per la pallanuoto. Ricordato (poco) giusto quando c’è un’Olimpiade e dimenticato (spesso) i quattro anni successivi. Dieci a sei per la squadra di Porzio in calottina bianca, il tabellone finale recita così. E’ stata una sfida combattuta soprattutto nei primi due parziali: 4-3 e 2-2. Il Recco che accelera, mette il turbo trascinato da uno Zlokovic super ma che sente la pressione di un Savona che trova in Janovic uno straordinario leader. La squadra di Mistrangelo sbaglia troppo quando si trova in superiorità numerica, gli uomini di Porzio sanno capitalizzare al meglio e difendono alla grande con un Tempestri che para il possibile e l’impossibile. Nella terza frazione la Pro Recco sfreccia via sulla corsia di sorpasso: parziale di 3-1. Ipoteca sul titolo. La firma sullo scudetto è il gol di Giorgetti. Una dolce palombella tricolore. Dieci a sei. Complimenti alla Pro Recco, una stretta di mano al Savona, dieci e lode in pagella alla pallanuoto.