Curiosa situazione quella dei parlamentari liguri di centro destra e di centro sinistra presenti ieri in prima fila alla manifestazione degli imprenditori genovesi che sollecitavano l’avvio dei cantieri del Terzo Valico dei Giovi. Cerano quelli (di centro sinistra) che, al grido della “discontinuità e della trasparenza facciamo gare europee per la rassegnazione della concessione in 40 giorni” – illusi - nel 2007 salutavano con favore il Decreto Bersani-Di Pietro, che cancellava per l’ennesima volta (l’ultima volta fu sempre un Decreto Bersani nel dicembre 2000) il diritto concessorio al COCIV di realizzare il collegamento AV/AC Genova Milano-Terzo Valico dei Giovi, e che ha generato il contenzioso in essere. Errore riconosciuto dallo stesso Di Pietro in una intervista al Sole 24ore nel dicembre 2007. E’ doveroso ricordare, per amore della verità che il contratto sottoscritto nel 1992 tra TAV e CIV (oggi COCIV) perché antecedente alla normativa del 1994 sul obbligo delle gare europee e stato riconosciuto legittimo con una lettera formale, all’allora Ministro Lunardi dell’ottobre 2004, della Direzione Generale Trasporti della UE. Opera peraltro inserita nei corridoi strategici della stessa UE (documento Ten-T del dicembre 2004).
C’erano quelli di centrodestra che oggi rappresentano la maggioranza di Governo e che presiedono commissioni al Senato o sono Capogruppo in Commissione Trasporti del PDL alla Camera che in questi anni avrebbero dovuto pungolare costantemente i ministri delle infrastrutture di turno per fare in modo che la ben nota ritrosia delle ferrovie a fare l’opera fosse superata da disposizioni governative su un opera considerata “strategica e di preminente interesse nazionale” (delibera CIPE del dicembre 2001). Qualche loro collega della lega lo ha fatto per la Brescia-Treviglio e i risultati si sono visti l’opera è partita e il Concessionario Cepav2 a fatto le gare europee per l’assegnazione del 40% del valore delle opere civili.
Ieri, con una buona dose di “faccia tosta” come per incanto erano tutti li a farsi fotografare in prima fila e solidarizzare con chi, invece, ci ha messo con responsabilità, la faccia e mi riferisco agli imprenditori. E’ facile cogliere l’occasione politica di un po’ di visibilità, perché fa notizia, ma ci vuole anche senso del pudore per solidarizzare oggi con chi responsabilmente protesta dopo anni di attesa, e pensa al futuro della Liguria e del proprio lavoro, mentre chi tutti i giorni a Roma nelle stanze della politica assiste quasi inerme al processo di isolamento, non solo infrastrutturale, della nostra regione. La memoria purtroppo è corta in politica. Chi ricorda infatti che fu l’allora ministro Scajola a trasferire 8 miliardi di euro (di cui 1 per il Terzo Valico poi ridotto da Tremonti a 500 milioni) dei fondi FAS dal suo ministero dello Sviluppo Economico alle Infrastrutture con il decreto anticrisi del 2009 e che oggi proprio in virtù della loro specificità se non vengono spesi presto posso tornare, come si dice “in economia” e di competenza del Tesoro? Ecco questa è una faccia opportunistica della politica che non ci piace.
*Direttore ItaliaFutura Liguria
IL COMMENTO
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