Cronaca

1 minuto e 56 secondi di lettura
E’ triste che per far rispettare dei doveri civici, primo fra tutti quello di pagare le tasse in proporzione ai propri guadagni e al proprio tenore di vita, lo Stato debba diventare gendarme. E che si debba tornare indietro di una trentina d’anni quando, all’epoca dell’imposta di famiglia, i Comuni esattori fornivano a giornalisti gli elenchi di “presunti evasori” il cui reddito dichiarato veniva contestato e corretto al rialzo dal Comune dopi i controlli. Ricordo che noi giornalisti andavamo a rapporto dall’assessore al Bilancio e alle Tasse della giunta rossa di Fulvio Cerofolini (l’assessore era il comunista Franco Monteverde) che ci forniva alcuni foglietti con nomi, cognomi e cifre, tutto suddiviso per categorie: macellai, medici, gioiellieri eccetera. Questa volta il sindaco dovrà farci capire chi denuncia troppo poco rispetto a una vita magari da nababbo, con una sorta di soffuso invito alla delazione da vicino invidioso. D’altronde, dice Tremonti , se le tasse non le pagano dobbiamo trovare qualsiasi sistema per fargliele pagare. Quello che sosteneva il tanto criticato ministro Visco. Vedo già i giorni della diffusione in rete dei redditi, la caccia ai presunti mascalzoni, definiti o Paperoni o Poveracci a seconda delle cifre di denuncia che accompagneranno i nomi. Poi la raffica di smentite, precisazioni e distinguo.  Stiamo vivendo un momento drammatico ma che per l’Italia poteva essere l’ultima occasione per fare davvero riforme strutturali, da quella inderogabile delle pensioni a quelle costituzionali e parlamentari. Perderemo probabilmente anche questo treno, ritornando alle soluzioni da Italietta, alla salvaguardia delle lobbies e degli orticelli. Senza pensare a distanza più lunga dei nostri corti nasi, beandoci sullo sputtanamento di qualche evasore vero o presunto, mantenendoci addosso tutte le province che abbiamo comprese provincie e regioni a statuto speciale che non hanno più alcuna ragione di essere, i privilegi delle caste (non solo politiche), una quantità incredibile di feste che ci consentano di fare ponti arditi dal giovedì alla domenica, alla faccia dei nostri figli e nipoti che per avere un futuro devono varcare le Alpi, o passare qualche fiume per arrivare anche soltanto in Spagna dove in questi giorni stanno cambiando la Costituzione in tempi record varando anche una colossale riforma contro la speculazione.