Politica

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La candidatura di Beppe Costa alle prossime elezioni comunali sta sfumando, ormai si attende solo l’annuncio ufficiale del “no” dell’imprenditore. Molti sono i motivi che hanno consigliato Costa di non scendere in campo ma di sicuro l’atteggiamento del Pdl in questa vicenda non è stato dei più limpidi. L’affrettato abbraccio del Popolo della Libertà a Beppe Costa è stato controproducente: l’imprenditore aveva intenzione di presentarsi con una lista civica che aveva già trovato sostegno in fasce della società civile e del mondo cattolico, e solo in un secondo momento stringere accordi per un sostegno esterno del centrodestra. Era l’unica possibilità per combattere una battaglia contro il centrosinistra con qualche chance se non di vittoria almeno di più che onorevole confronto. Ma perché il Pdl – è questo il sospetto – ha voluto di fatto bruciare la candidatura di Beppe Costa? Insofferenza verso un nuovo soggetto che entrando in politica avrebbe poi occupato degli spazi, proprio quando gli spazi (e le poltrone) si avviano a una drastica cura dimagrante? Adesso l’interesse sul nome del candidato sindaco di Genova per il centrodestra è diminuito: si tratta per il partito di trovare un volontario, non troppo avido di ricompensa, al suo interno. In ogni caso tutto al momento è fermo in entrambi i campi, destra e sinistra, in attesa di capire che cosa ne sarà del governo Berlusconi.