Politica

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Tra un sondaggio e l’altro che sempre più a Genova complica la vita ai giovani segretari democratici, in casa Pd cresce una convinzione: le primarie ormai quasi certe per il Comune di Genova dovevano essere evitate mesi fa. Sono soprattutto i saggi della vecchia guardia a sostenerlo. E così mentre la guerra fratricida avanza, Graziano Mazzarello non pare nascondere il gradimento per la candidatura di Marco Doria. Fonti vicine a Claudio Burlando smentiscono invece che il presidente della Regione sia protagonista dell’operazione che mira a portare a Tursi l’ex esponente Pci a scapito di Vincenzi e Pinotti. Già, le due signore Pd. E la notizia da registrare su quel fronte è proprio l’uscita di Mario Margini a Primocanale: "Non ho visto i numeri dei sondaggi. Ma a prescindere da questo, voterò per un candidato Pd. E lavorerò perché non si ripeta un nuovo effetto Milano". Chiarezza per dire che l’anima bersaniana non fa giochi sotto banco, ma anche per far intendere che quel candidato Godot con riferimento al gruppo dirigente del partito potrebbe ancora arrivare: "Io? Non penso proprio" dice Margini senza escludere sorprese ed evidenziando preoccupanti stravolgimenti elettorali in corso con flussi difficilmente governabili. E così mentre sui tavoli romani tra poche ore si giocherà il destino di Fincantieri, il Pd si interroga e non è esclusa una tappa di Marta Vincenzi nella segreteria nazionale del partito. Già, Roma. Dove Claudio Scajola pare ormai determinato ad andare fino in fondo: "La Dc non rinascerà"  dice lui. Ma il richiamo con il possibile apporto del mondo cattolico a un nuova forza del grande centro. Lo stesso che potrebbe risultare fondamentale alle comunali di Genova. (g.v.)