Cronaca

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Cari Concittadini Genovesi,
Avevo smesso di comunicare con voi in un momento bellissimo per Genova: l'assemblea di Eurocities con tante città presenti e il gran dibattito sulle scelte urbanistiche introdotto da Renzo Piano. Abbiamo concluso alle 10 di venerdì.
Sono andata direttamente al Matitone perché cominciava a piovere più forte. Il COA era riunito dal giorno prima. Da lì non sono più uscita se non, disperata, per raggiungere la Prefettura dove era stato riunito il Comitato provinciale della protezione civile e poi fare la spola avanti e indietro e restare in Comune tutta la notte.

Nel resto della città quasi non pioveva. In Valbisagno si era consumata la tragedia.
Ho provato a ricostruire in Consiglio comunale la sequenza delle informazioni in mio possesso e come mi sono mossa. Rimando a quanto detto. Non voglio riparlare del dolore che ho provato e provo.
Per giorni non ho aperto i giornali e non so cosa abbiano fatto vedere in televisione, credo cose terribili. Mi rimbalzava continuamente l'accusa di non aver chiesto scusa. A me la parola scusa non è venuta in mente perché mi sembra beffarda e offensiva. Ho detto e pensato che potevo solo prostrarmi davanti al dolore di chi aveva perso famigliari, davanti a quei corpicini straziati di bambini e prendere su di me ogni responsabilità e dentro di me ogni strazio.
Si chiede scusa per uno sbaglio lieve, per uno scatto d'ira, per aver scontrato senza volere qualcuno mentre cammini, non per una tragedia.
Non sono nemmeno abituata a chiedere perdono perché non cerco consolazione. Forse è la mia formazione non cattolica a impedirlo.

Cerco dentro di me la risposta e non l'assoluzione liberatoria da peccati, colpe e omissioni.
So che il Fereggiano e il Bisagno erano puliti.
So che non è stata la mancata manutenzione a causare l'alluvione.
So di aver fatto fare io il primo piano di bacino in Liguria.
So di aver portato in conferenza dei servizi il canale scolmatore del Fereggiano che altri non hanno finanziato.
So di aver voluto fare il sindaco per cambiare con nuove regole urbanistiche una città massacrata dal cemento, forse troppo tardi.
So di averlo detto troppo poco e non essere riuscita a farlo entrare nella mente dei genovesi oltre che nella mia come la vera urgenza di questi anni.
So di non avere avuto alleati.
Mi domando, di fronte al silenzio anche di chi ha gli strumenti per orientare, se questo sia stato il mio vero limite fin dall'inizio del mio mandato.
Ci tornerò.
Avrò tempo per farlo.

Ora e' troppo presto, si può solo concentrarsi nel lavoro e sperare in interlocutori nuovi. Il governo moriva mentre Genova si disperava. Non si è visto nessuno, neppure uno straccio di sottosegretario. Spero da mercoledì possa cambiare.
E poi la piu terribile delle domande: perchè ha tenuto le scuole aperte?
Terribile non in sé ma perchè collegata alle morti. E' colpa sua mi gridavano dalle televisioni se sono morte donne e bambini.
Sono morta anch'io sotto questa ondata di fango.
Io non so se qualcuno sarebbe morto se avessimo tenuto le scuole chiuse.
Non so quanti ragazzi o bambini sarebbero stati in mezzo alle strade.
So di non aver firmato nessuna ordinanza nè di apertura nè di chiusura delle scuole perchè non mi è stato sottoposto nessun quesito in tal senso dal Comitato di protezione civile il giorno prima.

So di non aver detto bugie.
So che se mi avessero chiesto di scegliere avrei detto di chiudere come avevo fatto altre volte. Lo so non perchè fosse giusto farlo ma perche è difficile far capire a molte persone come ci si comporta in caso di pericolo. Tenere aperte le scuole e gli edifici pubblici in realtà dovrebbe essere uno strumento di salvaguardia per i più deboli o chi vive in situazione precaria o di solitudine. Ma tutti gli adulti dovrebbero avere le stesse conoscenze e un alto grado di responsabilità. Purtroppo non è così ed è meglio rinunciare al principio dell'autotutela perchè può funzionare in società forti non in quelle deboli come noi siamo.
Non posso dubitare della buona fede di quanti hanno deciso il giorno 3 le misure da assumere.
E non l'ho fatto.
E' giusto però che non ci siano solo le mie parole e che la Magistratura legga i verbali delle riunioni, esamini tutte le carte che hanno portato alla decisione.
Lasciatemi almeno respingere con forza l'accusa di non aver chiuso per timore di polemiche simili a quelle che avevano seguito le precedenti decisioni di chiusura.
No, questo no.
Non abbiamo fatto nulla in questi anni che si possa motivare come ricerca di consenso.
Fino a ieri, almeno questo mi sembrava chiaro a tutti.

Anzi, era l'accusa principale: la politica della sosta per limitare il traffico privato non è popolare, scegliere di far andare avanti le infrastrutture crea comitati contro, lavorare per il rigore del bilancio non crea consensi, aumentare il biglietto dell'AMT per salvare l'azienda ti fa perdere le elezioni, avere i cantieri aperti disturba troppa gente, le fognature rifatte non hanno mai portato voti, cercare di salvare il Carlo Felice anche commissariandolo è stato un errore....
Purtroppo neanche mettere in sicurezza la scuole è avvertito come doverosa priorità.
Però l'abbiamo fatto.
Chi puo' pensare che le avremmo tenute aperte per avere consenso attribuisce a me e a questa amministrazione intenzioni vergognose.
E' anche questo fango che dobbiamo, devo, lavare via.
Tornerò a comunicare per dire come la città può riprendersi, per spiegare cosa in tanti stiamo facendo, per ringraziare tutti.
Come è scritto sulle magliette: non c'e fango che tenga.

La vostra sindaco