Cronaca

1 minuto e 9 secondi di lettura
Bussano alle porte dei pregiudicati per rapina, setacciano gli archivi a caccia di foto segnaletiche che possano avere somiglianza con la descrizione, seppur sommaria, di qualche testimone: un uomo alto tra il metro e settanta e il metro e ottanta, e purtroppo casco integrale e occhiali da sole a coprire i tratti somatici. Continua, da parte dei carabinieri, la caccia al killer di Adolfo Ferrara, 36 anni, la guardia giurata uccisa ieri a Genova da un colpo probabilmente di una pistola a tamburo, per difendere poco più di 10mila euro. Gli uomini della scientifica stanno continuando a cercare impronte e tracce sulla scena del delitto. Per aver compiuto una rapina di questo genere deve essersi organizzato bene, con lunghi appostamenti vicino al supermercato dove con cadenza bisettimanale, era indicato addirittura in un cartello esterrno, venivano effettuati i trasporti valori. La paura, o la rabbia dopo essersi reso conto di aver fallito il colpo, potrebbero aver spinto il rapinatore solitario, altro aspetto insolito per un assalto al portavalori, a sparare a bruciapelo. Intanto si cerca di capire perché Ferrara non indossava il giubbino antiproiettile che è obbligatorio in quelle circostanze, mentre il collega che si trovava alla guida lo aveva. Una domanda alla quale sta cercando di dare risposta il pm Sabrina Monteverde che indaga sull??omicidio. La risposta più importante, perché se Ferrara avesse avuto il giubbino forse oggi sarebbe ancora vivo.