Stop al check-in a distanza e alle così dette 'keybox' che da tempo alloggiano su muri, ringhiere e cancelli in molte città italiane tra cui Genova: il Ministero dell’Interno punta sulla sicurezza obbligando alla verifica dell'identità in presenza. La nuova direttiva, valida per tutte le strutture ricettive, colpirà soprattutto gli affitti brevi, decretando anche la fine dei controversi lucchetti per le chiavi.
La mozione in consiglio comunale a Genova contro i lucchetti
La circolare, datata 18 novembre, è stata comunicata solo di recente ma l’applicazione è immediata. A Genova il problema era già stato posto dal consigliere comunale Valter Pilloni, che a fine ottobre aveva portato una mozione in consiglio per mostrare i problemi legati a questa pratica che negli ultimi due anni è esplosa anche nel centro storico. "Lo avevamo anticipato a ottobre con un'interrogazione snobbata dalla minoranza che come al solito fatica a cogliere i cambiamenti e a riconoscere i problemi: le key box che infestano il centro storico di Genova sono un problema reale a cui il centrodestra sta provando a porre un freno con una prima stretta. La registrazione da remoto degli ospiti delle strutture ricettive infatti non soddisfa i requisiti di legge e bisognerà quindi effettuare la registrazione con la presenza del gestore, che dovrà fornire le generalità del cliente entro le 24 ore successive. Questo sistema, certamente comodo per cliente e affittuario, presenta molti lati negativi: oltre a generare evasione fiscale e scarsi controlli sui transiti di persone, le key box talvolta vengono utilizzate anche per lo spaccio di stupefacenti. Pertanto condividiamo i motivi che hanno spinto il Viminale a proporre questa stretta e ci auspichiamo che si possa arrivare all'eliminazione definitiva delle key box".
Al centro anche il futuro: "Gli affitti brevi sono stati visti ultimamente come un modo per fare cassa, un modo per guadagnare in maniera anche importante - spiega Pilloni -. Il rischio qual è? Che adesso piano piano gli appartamenti con residenti anche con contratti 6 più 6 o di altra natura vengano allontanati per lasciare spazio a questi soggiorni brevi che certamente rendono molto di più di un affitto tradizionale. Si parla di riduzione del numero di appartamenti, aumento dei fitti e molto altro".
Arriva la stretta sugli affitti brevi: ecco perché
L'intento è quello di rafforzare la sicurezza nelle strutture ricettive e locazioni brevi. Già in occasione dell'apertura del G7 dedicato al turismo a Firenze, la Ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha riacceso il dibattito sulle cassette portachiavi utilizzate per il self check-in negli appartamenti affittati a turisti, ricordando che uno dei principali problemi sollevati dalla Ministra riguarda è la mancanza di controllo sull'identità degli ospiti. Attualmente gli appartamenti ammobiliati a uso turistico (AAUT) in Provincia di Genova sono 10.522 e i posti letto 48.513. In Liguria in totale gli AAUT sono 38.062 per un numero complessivo di 163.773 posti letto. La circolare del Ministero chiarisce che l'obbligo di identificazione non può essere assolto tramite sistemi di check-in online, per quanto questi strumenti siano utili per ottimizzare la gestione interna e la velocità delle registrazioni. È necessario che il gestore o l'affittuario effettui la verifica fisica dei documenti d'identità al momento dell'arrivo dell'ospite o, al più tardi, entro 12 ore dall'arrivo (ridotte a 8 ore in caso di soggiorni di una sola notte). Così come in alberghi e hotel i dati degli ospiti inseriti vengono poi controllati dalla Questura, anche in questo caso la stretta in arrivo sarebbe per un discorso di sicurezza.
Il primo divieto in Liguria era stato a Camogli
Un'ordinanza del sindaco di Camogli Anelli, datata agosto 2024, era stata tra le prime in Italia e sicuramente la prima in Liguria. L'ordinanza imponeva “ai proprietari di keybox, lucchetti od oggetti a essi equiparati depositati in luoghi pubblici, di provvedere immediatamente e senza indugio e, comunque, entro e non oltre il giorno 1° settembre 2024, alla rimozione degli stessi, al fine di provvedere a eliminare la situazione di degrado dei beni pubblici”. La motivazione era legata al decoro, visto che il borgo, una perla del Levante e tana di molte seconde case, si era velocemente riempita di scatoline.
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Il problema è anche legato alla fantasia degli spacciatori, che sicuramente non ha limiti. I pusher per commerciare la droga hanno iniziato a sfruttare anche la giungla dei lockbox. Spacciare, insomma, non è stato mai così semplice: basta nascondere una dose nel lucchetto, fornire il codice al cliente, che fingendo di essere un turista alla ricerca della chiave dell'appartamento, apre la scatoletta, prende la droga e lascia i soldi.
Non tutti sono d'accordo: "Genova non è Firenze né New York"
"Genova non è Firenze né New York: il suo turismo emergente ha bisogno di modelli su misura, che valorizzino le potenzialità del territorio. Gli affitti brevi, con il supporto di strumenti come le keybox, sono una possibilità concreta per rilanciare la città" si legge in una nota emessa da Eugenio Musso, Presidente di Italia Viva Liguria e Arianna Viscogliosi, presidente Italia Viva Genova. "Il governo deve smettere di ostacolare chi vuole investire nel proprio immobile, generando ricadute positive per tutta la comunità. È ora di riconoscere che gli affitti brevi non sono il problema, ma parte della soluzione. Italia Viva continuerà a battersi per difendere la libera iniziativa privata e sostenere un modello di turismo sostenibile e inclusivo".
IL COMMENTO
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