LA SPEZIA - Alla sezione Lavoro del Tribunale di Spezia sono iscritte a ruolo ad oggi cinque richieste di risarcimento presentate da familiari di vittime dell'amianto, per mesotelioma o malattie asbesto correlate. Almeno altre due ne arriveranno nel mese di settembre. Cinque cause ogni anno è la media degli ultimi tre anni. Fa eccezione il 2020, con 8 procedimenti. La durata media di questi processi è di poco superiore a un anno. Questi iter giudiziari si concludono quasi sempre con la conciliazione a vantaggio delle famiglie, in quanto, pur ricevendo un risarcimento minore rispetto a quello che prevederebbe una sentenza, si riesce ad arrivare ad una conclusione in un tempo più breve. Le cause attualmente in essere riguardano personale civile del Ministero della Difesa, della Rete Ferroviaria Italiana, di Fincantieri, di Leonardo S.P.A.
Questa tipologia di processo civile a Spezia è destinata, con forte probabilità, a un incremento: sia perché, dicono le stime, stiamo entrando nel picco delle morti da amianto, sia perché la giustizia penale non sa individuare i colpevoli, come chiaramente emerge dalla cronaca, in tutta Italia.
Diversa la sorte dei procedimenti di tipo Civile e del Lavoro che pur non potendo lenire con la “giustizia fatta” la tragedia della scomparsa di un proprio caro e il disagio devastante di mesi passati nella certezza della fine, consentono quantomeno di avere una qualche ragione della perdita.
“Nel Penale la prescrizione del reato decorre dal momento in cui è iniziata la prima esposizione all'amianto - commenta l’avvocato Elisa Ferrarello, dello Studio Legale Frisani di Firenze -. Nel processo Civile questo accade da quando la persona si ammala e, per gli eredi, da quando muore il congiunto. Ciò sposta la prescrizione inevitabilmente molto più avanti nel tempo. L'aspirazione alla giustizia cozza di fatto con la realtà dell'azione penale che ha la necessità di una persona fisica da poter imputare e condannare. Le patologie da amianto sono lungo-latenti e spesso l'amministratore del tempo, anni 60°-80°) è deceduto, quando si arriva a sentenza oppure diventa impossibile individuare un responsabile oggettivo. E non è neppure secondario che nel Penale l’onere della prova è molto più stringente che nel Civile: “Oltre ogni ragionevole dubbio” contro “Più probabile che non”. Quindi per ottenere un risarcimento conviene intraprendere un’azione Civile”.
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità