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Attualità

La fotografia dei primi nove mesi dell'anno mostrano un calo rispetto al passato ma con numeri ancora alti. Maestripieri (Cisl Liguria): "Stop a questa vergogna nazionale"
4 minuti e 48 secondi di lettura
di Andrea Popolano

 

LIGURIA - Oggi domenica 9 ottobre è la 72° Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. Sono migliaia ogni anno le persone che perdono la vita sul proprio posto di lavoro. In Liguria in questi nove mesi del 2022 le vittime sono state otto: tre in provincia di Genova, due a testa in provincia di Savona e La Spezia e una in provincia di Imperia. L'anno scorso le vittime erano state in questi primi 9 mesi il doppio: 16.

I NUMERI IN LIGURIA - Ma il dato preoccupante è quello dell'aumento delle denunce per infortunio sul lavoro: secondo i dati dell'Inail, sono state oltre 20 mila, nel 2021 erano state poco più di 12 mila con una crescita di quasi 8 mila casi in un anno. Il settore più colpito è quello dell'industria e servizi dove il dato è passato da 10.635 a 17.984 denunce.

L'aumento più sensibile è sia stato nella provincia di Genova (da 6.392 a 11.444 denunce), alla Spezia si è passati dalle 1.578 denunce del 2021 alle 2.703 di quest'anno. A Imperia il dato è passato da 1.621 a 2.703 denunce. Infine a Savona l'anno scorso nello stesso periodo dell'anno erano state 2.431 mentre quest'anno sono 3.582. In questo 2022 in Liguria dopo il settore dell’industria e servizi (17.984 denunce in aumento del 69,2% sull’anno precedente), sono in forte aumento per numero di infortuni i settori del commercio +148%, alloggio e ristorazione +60%, trasporti e logistica +43%.

Nel solo mese di agosto 2022 in Liguria gli infortuni sono stati 1.640: nello stesso mese del 2021 erano stati 1.269. Preoccupante anche il dato relativo alle denunce di infortunio delle donne: da gennaio ad agosto 2022 sono state 10.196 con una crescita evidente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando erano state 4.614. 

La Liguria è comunque una delle regioni migliori sotto il profilo della sicurezza sui luoghi di lavori. Secondo il report redatto dall'Osservatorio sulla sicurezza sul lavoro Vega di Mestre la regione si colloca in zona bianca per numero di incidenti mortali insieme ad Abruzzo e Friuli Venezia Giulia. Si tratta di un dato che mette in rapporto il numero degli incidenti mortali e la popolazione occupata. A finire in zona rossa con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 22 ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Umbria, Molise, Calabria e Puglia. In zona arancione: Basilicata, Piemonte, Toscana, Sicilia, Campania e Marche. In zona gialla: Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Sardegna e Lombardia.

I NUMERI IN ITALIA - Secondo i dati dell'Osservatorio rispetto all'anno scorso si registra un calo degli incidenti mortali sul lavoro. Nei primi otto mesi dell'anno in tutta Italia sono stati 496 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 181 in itinere. Lo scorso anno i decessi totali erano 772 con un decremento della mortalità (-12,3%). Ma è necessario ricordare come quest’anno siano quasi sparite le vittime Covid (14 su 677) che, invece, lo scorso anno costituivano più di un terzo dei decessi sul lavoro (271 su 772).

A livello nazionale è il settore costruzioni a far registrare il maggior numero di decessi sul lavoro (78). Subito dopo seguono i settori di trasporti e magazzinaggio (73) e poi le attività manifatturiere (53).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni. Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati riguarda i lavoratori più anziani (gli Over 65) con 68 infortuni mortali ogni milione di occupati. L'incidenza di mortalità minima si registra nella fascia di età tra i 25 e 34 anni, (pari a 11,7), mentre nella fascia dei più giovani (15 e 24 anni), l’incidenza risale a 14,8 infortuni mortali ogni milione di occupati.

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio ad agosto del 2022 sono 36 su 496. In 33, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 86. Alla fine dei primi otto mesi 2022 sono lunedì e martedì i giorni della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali.

L'APPELLO DEI SINDACATI - Dai sindacati l'appello a non sottovalutare questi numeri come spiega Luca Maestripieri, segretario regionale della Cisl Liguria che chiede al nuovo governo che si insedierà a Palazzo Chigi di mettere il problema ai primi posti dell'agenda politica: "Ci auguriamo che questo sia un tema prioritario nell’agenda del nuovo governo e che le istituzioni prendano repentinamente atto dell’urgenza di risolvere questa vergogna nazionale". Maestripieri aggiunge: "La qualità del lavoro dipendente si misura anche attraverso il livello di sicurezza: in questo senso, i numeri diffusi dall’Inail sono a dir poco allarmanti. Ottomila denunce in più nei primi otto mesi dell’anno sono una cifra che non ammette né alibi né giustificazioni. Se da un lato è evidente la correlazione tra un precariato sempre più spinto e l’aumento degli infortuni, dall’altro si ha la sensazione che i tagli dei costi in molti casi abbiano ridotto l’attenzione alla sicurezza”. Secondo Maestripieri "il deterioramento della qualità del lavoro è, ormai, un fatto incontestabile, che trova evidenza sia nella percentuale di contratti a tempo determinato (spesso di pochi giorni) sia nel preoccupante peggioramento della prevenzione e vigilanza sulla sicurezza. La Cisl da mesi denuncia una situazione che rischia, lo ripetiamo, di diventare presto ingestibile".

"Gli infortuni aumentano nei settori dove maggiori sono le concentrazioni di contratti stagionali, precari e quelli dove purtroppo permangono forti fasce di irregolarità – così Maurizio Calà Segretario Generale Cgil Liguria -. E’ una situazione intollerabile che impone un cambio di passo. Chiederemo alla Regione incontri sulla sicurezza e tavoli specifici. Occorre potenziare gli uffici preposti all’attività di prevenzione e controllo, favorire percorsi formativi anche nelle scuole perché è importante far capire ai lavoratori di domani quanto sia importante il tema della sicurezza. L’altro cosa che chiederemo è un cambio di passo sugli appalti pubblici: è arrivato il tempo di  premiare  le aziende virtuose ed escludere quelle aziende che non seguono le regole sulla sicurezza" conclude Calà.

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