COGOLETO - "L'auspicio è che si parli finalmente di quelle aree, non solo della messa in sicurezza ma vogliamo che si parli anche di bonifica" così il sindaco di Cogoleto Paolo Bruzzone sull'area della ex Stoppani. Secondo l'ultimo report del ministero della Salute l'area dove sorgeva lo stabilimento dell'ex azienda chimica rientra nei 44 siti più inquinati del Paese. L'attività partita negli anni Quaranta è terminata nel 2003 con la chiusura dell'impianto. L'azienda produceva composti di cromo: cromati e bicromati di sodio e potassio, acido cromico e solfato di sodio.
Ma il disastro ambientale nel corso degli anni è stato compiuto: nell'area attorno sono stati rilevati elevati quantitativi di agenti inquinanti con il superamento delle soglie previste "di amianto, cromo tot, cromo VI, nichel e idrocarburi nel terreno e nelle acque di falda idrocarburi, nichel, cromo tot, cromo VI, solfati, tricloroetilene e tetracloroetilene" come riporta il ministero della Transizione ecologica.
Tutta l'area ha una estensione di circa 45 ettari. Il perimetro ricomprende l’area industriale dell’ex stabilimento Luigi Stoppani S.p.A. che si trova nel territorio del Comune di Cogoleto, porzioni di territorio dei Comuni di Cogoleto e Arenzano esterne all’area industriale tra le quali l’area di Pian Masino nel Comune di Arenzano, la foce del Torrente Lerone, le aree litoranee a Nord e a Sud della foce del torrente. A questa si aggiunge una porzione consistente dell’area marina, circa 167 ettari estesa fino a circa 3 km dalla costa.
Ora la giunta regionale ha approvato, su proposta dell'assessore all'Ambiente Giacomo Giampedrone, lo stanziamento e l'assegnazione di un contributo di 500 mila euro al commissario straordinario dello stabilimento Stoppani di Cogoleto e prefetto di Genova Renato Franceschelli per la prosecuzione dell'intervento di messa in sicurezza di emergenza delle acque di falda del sito di interesse nazionale Cogoleto-Stoppani. "Il contributo regionale - spiega l'assessore Giampedrone - sarà utilizzato per potenziare e ottimizzare le attività di messa in sicurezza della falda, che consistono nell'estrazione e nel successivo trattamento delle acque contaminate, evitandone la dispersione verso mare. Si tratta - conclude - di una decisione strategica, che vede un importante contributo da parte della Regione su un sito di interesse nazionale".
A quasi vent'anni dalla chiusura dell'impianto prosegue la fase di messa in sicurezza. Solo una volta ultimata potrà iniziare la bonifica del sito. Da parte della popolazione di Cogoleto c'è attesa per una svolta e l'auspicio di poter vedere vivere quelle aree con una declinazione turistica. "Nel 2017 è stato finanziato con 14,8 milioni di euro da parte dello Stato il completamente della messa in sicurezza con i lavori che dovrebbero terminare verosimilmente e auspicabilmente nel 2025" spiega il primo cittadino di Cogoleto Bruzzone.
Gli interventi di messa in sicurezza hanno lo scopo di ridurre la mobilità degli inquinanti e la diffusione dei contaminanti dal sito all’ambiente mediante l’isolamento del sito stesso. Cosa diversa è la bonifica che ha lo scopo di eliminare la sorgente di contaminazione.
"L'area si compone di due zone: una a monte della via Aurelia che stata perimetrata dove procedono i lavori di messa in sicurezza. Poi c'è l'area a mare che ha subito degli interventi di bonifica superficiale negli anni tra il 2011 e il 2016 circa - spiega ancora il sindaco -. In quest'area non sono previsti ulteriori interventi ed è rimasta interdetta non solo per quanto riguarda la balneazione ma anche l'accesso alla spiaggia".
Sulla base del piano territoriale di Regione Liguria il Comune di Cogoleto ha chiesto con un'osservazione se, "in base alle caratteristiche del piano, in futuro fosse possibile avere in quell'area una struttura legata alla diportistica" che di fatto non contempla la balneazione superando uno dei problemi principali. A livello comunale è stata portata avanti quella che fino a questo momento è solo un'idea di un possibile porticciolo. Da lì sono nate polemiche ma il sindaco ribadisce che si è "trattato solo di un'idea accompagnata da una foto che non rappresentava un progetto".
Il sogno è quello di una piccola struttura portuale "ma diversa con un porticciolo elettrico, sofisticato e attento all'aspetto energetico che rappresenta una frontiera in espansione così come è stato messo in risalto anche nell'ultimo Salone Nautico di Genova". Per ora solo idee e nulla di concreto. Ma i residenti di Cogoleto aspettano un "parziale risarcimento dai danni ambientali causati dalla lunga presenza della Stoppani".
IL COMMENTO
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