GENOVA - Continuano in tutto il mondo le manifestazioni di protesta contro il regime islamico e Genova si prepara alla prima grande protesta nazionale che avverrà contemporaneamente in tutte le principali città italiane.
Il capoluogo ligure si stringe ancora una volta intorno al popolo iraniano creando una catena umana nel cuore della città, in piazza De Ferrari in questo sabato. L'ultima volta erano state più di 500 le persone in piazza: molti con il viso coperto per la paura di possibili ripercussioni al loro ritorno in patria o per la famiglia ancora in Iran. Anche questa volta la manifestazione è stata molto partecipata.
Una data importante che arriva a quaranta giorni dalla morte della giovane Mahsa Amini, 22enne uccisa per non aver indossato correttamente il suo hijab.
Nella religione sciita, religione di stato dell'Iran dal XVI secolo, il 40esimo giorno dopo la morte segna la fine del lutto
"Mano nella mano e con voce unita chiederemo giustizia" si legge nel volantino del gruppo Voli - Vocelibera, organizzatore della manifestazione, che fa un appello ai cittadini genovesi: "Unisciti a noi e aiutaci a chiudere l'anello della libertà".
Un invito che già durante le scorse manifestazioni in solidarietà con le donne e gli uomini dell'Iran era stato accolto da molti cittadini genovesi (LEGGI QUI).
IL COMMENTO
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