GENOVA -"Appena aggiusto i conti torno a vivere in Italia, in spiaggia, a farmi fare i massaggi".
Lo aveva annunciato alla fine di una bellissima intervista rilasciata nel 2017 e forse già due anni fa in una visita che sembrava solo di cortesia ha tenuto fede alla promessa e ha formalizzato il suo amore per il mare del Golfo Paradiso e per Recco.
Jody Scheckter, 72 anni, ha trovato casa, o meglio villa, a Recco: il sudafricano campione mondiale con la Ferrari nel 1979, l'ultimo rosso a vincere prima del digiuno ventennale rotto da Michael Schumacher, ha comprato in via Romagnesi, la strada che sale verso la Ruta e Camogli affacciata sull'incanto del golfo. Una villetta ora in ristrutturazione e dove sul cartello del cantiere dove ci dovrebbe essere il nome del committente del cantiere ci sono due lettere, JS, Jody Scheckter appunto.
E allora viene in mente la foto ricordo che il sindaco di Recco Carlo Gandolfo postò sul facebook il 4 febbraio del 2020 scrivendo: "Giornata con Jody Scheckter, campione del mondo di Formula 1 nel 1979 con la Ferrari di passaggio a Recco ha voluto incontrarmi". Sullo sfondo della foto la rigogliosa vegetazione che punteggiano le ville di Recco e dintorni. La futura casa dell'ex campione di Formula 1.
Eccentrico e dalle mille risorse nella bellissima intervista di Marco Mensurati di Repubblica in cui preannunciava il suo buen ritiro da pensionato in Italia, Scheckter dopo avere rivelato di allevare bufale per produrre mozzarelle aveva detto che avere gareggiato nella Formula Uno ed essere vivo è come avere vinto alla roulette russa: "Mi sono ritirato a trent'anni, prestissimo. Ho vinto il mondiale con la Ferrari e all'inizio della stagione successiva ho annunciato il mio ritiro. Quando sei giovane, la F1 è qualcosa per la quale saresti anche disposto a morire. Ti sfugge il senso della morte, o comunque il senso delle corse è molto più forte. Poi a un certo punto cominci a vedere la gente intorno a te che muore, si fa male, insomma. La verità è che io volevo vincere il mondiale. Quando l'ho vinto mi sono chiesto, per cosa continuo? Per vincerne due? È troppo pericoloso. Non avevo altro da fare. Ma era stupido continuare".
Scheckter che dopo avere gareggiato in auto si era inventato un'altra vita: "Fabbricavo e vendevo simulatori per addestrare le forze armate - raccontò a Repubblica -. In fondo si trattava di sviluppare tecnologia, più o meno come in F1. Abbiamo cominciato io e mia moglie lavorando sul tavolo in cucina, abbiamo finito con un'azienda da 280 dipendenti e 100 milioni di dollari di fatturato, vendevamo tutto simulatori, fucili, mitra, mortai. I militari diffidano dei commercianti ma guardano di buon occhio uno che ha rischiato la pelle a 300 all'ora. Ho guadagnato molto di più con l'azienda che in tanti anni di F1".
La terza vita è invece quella di allevatore: "Posseggo l'80 per cento delle bufale che ci sono sul suolo britannico e faccio la migliore mozzarella del mondo" aveva detto sfidando e facendo sorridere i produttori del Cilento.
La quarta vita del campione della Ferrari, invece, potrebbe essere quella che l'attende nel Golfo Paradiso, fra un gelato e una focaccia al formaggio di Recco, un giro in barca a Portofino e due passi sull'incanto del lungomare di Camogli, magari ammirando uno dei suggestivi tramonti che colorano il cielo di un rosso intenso come il rosso del Cavallino.
IL COMMENTO
Bucci ha ragione: urge prendere decisioni per far correre la Liguria
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid