A Genova premiata l'avvocata iraniana Sotoudeh, in carcere da tempo
Metà della popolazione del nostro paese è stata condannata a vivere nel tunnel della morte, senza poter assaporare il gusto della Vita e della Libertà". Lo scrive alla vigilia della Giornata mondiale dei diritti umani l'avvocata in onore della premiazione
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di Redazione
GENOVA - "In Iran da più di 40 anni si ripetono le umiliazioni e le discriminazioni contro le Donne. Metà della popolazione del nostro paese è stata condannata a vivere nel tunnel della morte, senza poter assaporare il gusto della Vita e della Libertà". Lo scrive alla vigilia della Giornata mondiale dei diritti umani l'avvocata iraniana incarcerata da tempo Nasrin Sotoudeh in una lettera inviata in Italia in occasione della consegna del Premio Ipazia Internazionale assegnatogli a Genova, nel pomeriggio, "per aver difeso i diritti umani di uomini e donne ed essere stata condannata a una pena di più di 30 anni di reclusione e a 148 colpi di frusta".
"DONNA, VITA, LIBERTÀ: sono le parole della nostra rivolta. - prosegue Sotoudeh -. I nostri poeti cantano l'Amore. Scrivono: l'Amore è felicità, l'Amore è libertà, l'Amore è all'origine della vita. Ora l'Iran vuole tornare a cercare l'Amore, anche se sarà una strada in salita. In tutto il mondo si è alzata un'onda di solidarietà a sostegno del popolo iraniano. Che la politica e le istituzioni nei diversi paesi si interroghino sulla violazione dei diritti umani rispettando le coscienze libere dei propri cittadini".
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