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Attualità

Rabbia e amarezza per i gestori di impianti che hanno deciso di chiudere i rifornimenti per due giorni: la serrata è dovuta dall'imposizione del Governo di esporre il prezzo medio, pena una sanzione di più di mille euro
2 minuti e 50 secondi di lettura
di Silvia Isola

GENOVA - Non ci stanno i benzinai di fronte al decreto "trasparenza dei prezzi": anche in Liguria si è deciso di aderire allo sciopero a seguito della decisione del Governo di obbligare i distributori a mostrare il costo medio dei carburanti e a comunicare quotidianamente i prezzi che vengono effettuati nel proprio stabilimento sul sito del ministero, dopo alcuni tentativi di ricucire tra la categoria e il Governo. È stato dichiarato a livello nazionale lo stato di agitazione su tutta la rete: serrata degli impianti in tutta Italia e presidio davanti alle Prefetture. Lo sciopero terminerà alle 19 di giovedì 26 gennaio. Fegica e Figisc/Anisa Confcommercio confermano la chiusura di due giorni, mentre Faib Confesercenti riduce la protesta a 24 ore.

Sciopero dei benzinai, ecco gli impianti che rimarranno aperti - L'ELENCO

A ribadire le motivazioni a Primocanale è Fabio Bertagnini, presidente di Faib Confesercenti Liguria che spiega come si sia arrivati a questa decisione. "La nostra rabbia è partita da questa sorta di caccia al ladro, come se i responsabili dei rincari fossimo noi, che siamo l'ultimo ingranaggio della catena di distribuzione di benzina e gasolio", commenta. 

"Noi ci siamo sempre impegnati a lavorare nella massima trasparenza ed è assurdo imporci una sanzione di €1000 se non si espone il prezzo medio nazionale o se mi dimentico un giorno di comunicare il prezzo che la mia pompa sta praticando al ministero, specialmente in un settore dove il costo medio del carburante è sempre esposto" 

C'è grande amarezza da parte dei gestori degli impianti, che devono fare i conti coi prezzi decisi dalle compagnie petrolifere. Le accise, a detta degli operatori del settore, sono le più care in assoluto dal punto di vista fiscale in Europa e quindi del tutto fuori mercato. E quello che resta in tasca ai benzinai, i pochi che resistono di fronte a sempre più impianti self service aperti 24 ore su 24 e gestiti direttamente dalle major di petrolio, sono 3 centesimi lordi al litro.

 "Facciamo qualche calcolo per capire quanto tempo ci si impieghi e quanti litri devi vendere per pagare una sanzione di questo tipo, siamo amareggiati dal tentativo di screditare la nostra categoria" 

Rincari autostrade e benzina, Assoutenti: "Ci resta il potere della denuncia" - LE PROTESTE DEI CONSUMATORI

L’esposizione del prezzo medio italiano, secondo gli esercenti, non gioverebbe nemmeno al contrasto di chi illecitamente riesce a fare prezzi più bassi evadendo le tasse o di chi raggira i clienti aumentando i prezzi. "Paradossalmente chi è fuori da ogni regola rischia di beneficiare di questa misura, chi può fare prezzi bassi perché froda lo Stato lo continuerà a fare lo stesso", aveva svelato il direttore di Confesercenti Liguria Andrea Dameri a Primocanale. 

"Secondo le nostre stime, circa il 30% del carburante che viene erogato sulle nostre strade ha delle provenienze poco chiare: questo mina la concorrenza con tutti gli altri"

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I gestori degli impianti lamentano soprattutto la poca chiarezza del decreto, come verrà applicato, come verrà comunicato il prezzo medio e in che modalità, oltre ai frequenti disservizi del sito web del ministero a cui quotidianamente già vengono comunicati i prezzi delle singole aree di rifornimento. In Liguria sono 470 le pompe a cui poi si vanno ad aggiungere i 30 impianti sulle tratte autostradali e il tasso di adesione allo sciopero potrebbe essere molto alto.

https://www.instagram.com/p/Cm9Y6d2IYie/

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