Non so come faranno le famiglie italiane a superare questo inverno: la situazione che si va profilando è molto preoccupante e sono convinto che, come già accaduto con i vari decreti economici legati al Covid, anche questa volta il Governo in carica dovrà intervenire a più riprese.
Diciamo le cose chiaramente: l'impatto dell'inflazione sulla popolazione italiana non è minimamente sostenibile. Non lo è secondo nessuno dei parametri che possiamo prendere in esame per capirci qualcosa.
In primo luogo lo spaventoso rincaro a luce, gas, carburanti e pedaggi autostradali incide non solo in via diretta sul budget che famiglie e imprese devono destinare a queste voci di spesa ma, in via mediata, anche sui costi di moltissimi beni che vengono prodotti, trasformati o conservati utilizzando l'energia (si pensi banalmente al pane...) oppure trasportati.
Su quest'ultimo punto, quello dell'impatto degli extra costi sui trasporti, è relativo preoccuparsi del fatto che la maggior parte delle merci italiane viaggino ancora su gomma, a bordo di camion alimentati a gasolio: per tante ragioni sarebbe meglio diminuire quella quota ma, limitandoci banalmente a una considerazione sui costi, ogni ambito della logistica è schiacciato dai rincari. Sono saliti il gasolio e l'autostrada ma anche l'energia elettrica che alimenta le aree refrigerate dei magazzini logistici e persino i convogli ferroviari. Gli aumenti, in sostanza, sono arrivati in tutti i punti della filiera.
Vi è poi il problema che questa bomba economica è esplosa in un Paese sostanzialmente povero: secondo l'Eurostatat nel 2021 lo stipendio medio dei lavoratori italiani si è fermato a 2.102 Euro lordi al mese. Lo riscrivo, "lordi", cioè prima delle tasse. Senza scomodare i paperoni della Svizzera, che ogni mese si mettono mediamente in tasca circa 5.600 Euro, è utile fare qualche raffronto. La Danimarca per esempio, molto citata in queste ore perché paga il carburante leggermente più caro rispetto all'Italia: i danesi percepiscono, la fonte è sempre Eurostat, 4.057 Euro lordi tutti i mesi. Non è evidente che paragonare Stati che si trovano in contesti economici così diversi non ha senso? Per fare l'ultimo confronto andiamo a sbirciare nella busta paga dei nostri cugini francesi: 2.369 Euro al mese e la benzina la pagano, oggi, leggermente meno.
Vi è poi lo scandalo, oggettivamente intollerabile, dei prezzi dei carburanti in autostrada: non vi è alcuna ragione per la quale in una strada a pedaggio (e che strada, e che pedaggio!) la benzina e il gasolio debbano costare così tanto. Rispetto all'1,8 Euro per un litro di verde in autostrada si arriva anche a 2,5. Possibile che la finanza, l'esercito o persino l'Fbi non ci vedano niente di male?!
Ma se il problema fosse solo il carburante potremmo anche starcene, perché è vero che prima del Covid abbiamo avuto picchi molto più alti rispetto a quelli attuali: il fatto è che famiglie e imprese sono letteralmente strozzate dal caro energia che, lo dico sinceramente, preoccupa oltre ogni limite.
Preoccupa me, tanto per cominciare, che in un appartamentino in affitto da meno di 70 mq, condiviso con la mia compagna, pagherò il 23 di questo mese 470 Euro di bolletta della luce. Non oso immaginare cosa diavolo troveranno nella buca delle lettere le famiglie più numerose, con appartamenti grandi ed energivori. Come si possono sostenere, specialmente nei contesti più fragili, bollette di gas e luce triplicate rispetto a qualche mese fa? Ho letto che i due terzi della manovra finanziaria sono stati investiti nel contenimento del caro energia: se questo è il risultato, mi si consenta, forse era meglio spendere tutto in champagne e sigari Avana e organizzare una memorabile festa di addio...
Che è poi quello che servirebbe per sedare le assemblee di condominio prossime venture: lo sapete cosa succederà quando gli amministratori andranno a controllare il conto corrente del palazzo per pagare la bolletta del gas centralizzato, vero? Succederà che non ci troveranno il denaro sufficiente, perché l'indice di morosità (prima limitato ad alcuni casi) esploderà nel numero e noi di Primocanale dovremo raccontare le storie dei condomini rimasti al freddo o senza ascensore e luce nelle scale.
Ci sono molte ragioni che spiegano come abbiamo fatto a ridurci così e la guerra in Ucraina è solo l'ultima in ordine di tempo (e anche quella per cui abbiamo meno colpe). Se noi siamo così è perché i nostri governi, ma anche l'opinione pubblica, non hanno mai affrontato il tema dell'energia in modo serio. Ci si è lavati la coscienza rinunciando al nucleare dopo Chernobyl e piazzando qualche pala eolica qua e là, l'importante è che non fosse troppo vicina al nostro giardino. Per il resto niente e oggi ne paghiamo il prezzo.
Cosa fare? Nel breve ognuno preghi il proprio dio e abbassi i gradi del termostato. Ma nel medio - lungo periodo le soluzioni ci sono e vanno attuate con coraggio e senza ideologie.
IL COMMENTO
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