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I ricavi, pari a 4,6 miliardi, segnano un calo del 18% mentre il margine operativo lordo è aumentato del 12,9%
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di Redazione

GENOVA - Iren chiude i primi nove mesi con un utile netto di gruppo attribuibile agli azionisti pari a 176,9 milioni di euro, in crescita del 25,6% rispetto al 30 settembre 2022, e ricavi consolidati pari a 4,6 miliardi di euro, il 18% in meno dello stesso periodo dell'esercizio 2022.

Il margine operativo lordo (ebitda) ammonta a 857,3 milioni di euro, in aumento del 12,9% rispetto ai 759,3 milioni di euro del corrispondente periodo dell'esercizio 2022. Il risultato operativo (ebit) è pari a 324,7 milioni di euro, in crescita dell'1% rispetto ai corrispondente periodo 2022. L'indebitamento finanziario netto si attesta a 3,9 miliardi al 30 settembre 2023, in crescita del 17,4%) rispetto al 31 dicembre 2022.

"I risultati appena approvati, con la crescita dell'ebitda del 13%, confermano ancora una volta l'efficacia del modello multi-business di Iren che consente la rapida integrazione delle società acquisite, accelerando ulteriormente il raggiungimento degli obiettivi industriali - commenta Luca Dal Fabbro, presidente esecutivo di Iren -. Il Gruppo ha rafforzato ulteriormente la leadership nei territori storici in cui opera, anche attraverso l'assunzione di 400 persone, dimostrando grande capacità adattiva ai mutati scenari economici e una naturale propensione a generare valore per azionisti e stakeholder".

"I positivi risultati comunicati negli scorsi mesi vengono consolidati a fine settembre con un incremento dell'utile netto del 26%, anche grazie ai costanti investimenti che consentono a Iren di progredire verso gli ambiziosi obiettivi del Piano Industriale - afferma Paolo Emilio Signorini, amministratore delegato e direttore generale di Iren -. Il nostro impegno proseguirà nei prossimi anni, rafforzando ancora il ruolo di Iren quale partner di riferimento nella transizione energetica e nello sviluppo dei territori e delle comunità".