GENOVA - "I dreamers sognano sempre qualcosa di diverso, mai sognano in grigio, come polli da batteria". Che Enrico Mentana sia un rivoluzionario, è un dato di fatto. Il giornalista e direttore del TgLA7 è stato uno dei big testimonial nella prima giornata del Festival Orientamenti a Genova. Un’emozione bellissima per tutti i giovani che hanno avuto l’opportunità di ascoltare parole mai banali di un uomo che, nella vita, non è mai stato banale.
È stato però, e lo è tutt’ora, un uomo molto invidiato per la sua fortuna, quella di iniziare presto la sua brillante carriera.
"A 25 anni facevo già il giornalista al Tg1, a 36 ho avuto l’opportunità di fondare un nuovo telegiornale che ho condotto per dodici anni, il Tg5 e non mi sono mai laureato perché non ne avevo più bisogno"
Un professionista e un fuoriclasse che ha sempre giocato da attaccante, non da terzino e non da mediano, ma da centravanti, e che ha saputo sfruttare con bravura ed intelligenza le occasioni che gli sono state date. E che oggi cerca di offrirne di nuove ad altrettanti giovani, attraverso Open, il giornale on line da lui fondato improntato proprio ai nuovi linguaggi che il mondo dei media sta sviluppando sempre più rapidamente. Ed ecco perché nel suo intervento Mentana ha espresso più volte, in ambito lavorativo, la sua preferenza verso i ragazzi nuovi che, con passione e tenacia, si affacciano verso questo nuovo mondo.
"Scelgo giovani perché non mi piacciono i funerali. I giovani sanno fare squadra e sanno fare tante cose, un giovane si adatta a tutto e a più ruoli perché sanno recepire per cambiare; un giovane vede una cosa che non funziona e vede a colpo d’occhio quello che è desueto e da modificare"
I giovani hanno dalla loro la digitalizzazione, che però può essere un'arma a doppio taglio. "Tutti oggi credono di poter fare il giornalista, ma bisogna avere coraggio con la "C" maiuscola e al tempo stesso umiltà e modestia, nel momento in cui si arriva in una realtà consolidata e si impara a fare questo mestiere facendo lavoro di squadra". La caratteristica principale è poi quella della curiosità "Un giornalista deve avere una curiosità che spazia dalla pallanuoto alla caduta del muro di Berlino. Ma stesso discorso varrebbe anche per uno chef, per qualsiasi cosa. Bisogna innovare ed inventare”.
Non ha fatto mistero, però, delle difficoltà a cui si va incontro, specialmente intraprendendo un percorso del genere: "La vita adulta non è un prolungamento dello stage o degli Erasmus. È fondamentale ricordare che la vita è piena di ingiustizie e che bisogna essere più forti anche di quelle, non vi deve importare se sarete superati dal figlio di papà, perché quando lo batterete sarà una doppia vittoria, come un successo in trasferta". Ma prima bisogna affrontare la lunga strada della gavetta.
"All'inizio non dovete demordere, le famiglie e i giovani devono acquisire la consapevolezza che il guadagno arriva quando si fa al meglio ciò che piace, quando ci si riesce ad imporre nel proprio settore"
Un incontro che molti ragazzi difficilmente scorderanno, con un maratoneta come Enrico Mentana che ha saputo far stare incollati alla sedia i tanti giovani presenti alla Sala Maestrale ai Magazzini del Cotone.
*Lorenzo Manenti, 17 anni, Liceo Classico Andrea D'Oria