GENOVA - Carismatico, ottimista, sognatore che non si è tirato indietro davanti a nessuna sfida. E quelle che erano scommesse, Urbano Cairo le ha vinte tutte: laureato in economia e commercio all’Università Bocconi di Milano, oggi è imprenditore, editore, dirigente sportivo e dirigente d’azienda. Quale miglior dreamer allora per aprire la ventottesima edizione del Festival Orientamenti. Nel corso dell'incontro, guidato dalle domande del direttore di Primocanale Matteo Cantile, Cairo ha ripercorso i punti fondamentali della sua carriera per raccontare ai giovani la sua esperienza nel seguire il proprio sogno: quello di essere autonomo e fare un’attività d’impresa. Dopo aver iniziato la sua carriera come assistente di Silvio Berlusconi, è diventato Vicedirettore Generale di Publitalia e Amministratore Delegato di Mondadori Pubblicità. Nel 1995 ha fondato Cairo Pubblicità, nel 1998 ha acquistato la concessionaria Tele+ Pubblicità e nel 1999 la totalità delle azioni dell’Editoriale Giorgio Mondadori.
Da editore di giornali a editore televisivo, con la rete televisiva La7, acquistata da Telecom nel 2013: è riuscito a risollevare l’azienda da perdite annue di 100 milioni. "Il coraggio? Sicuramente prendendo La7 prima, il Corriere dopo, lanciando giornali, quando altri magari non li lanciavano più, è stato notevole, però devo dire che è molto ben ripagato. Il domani e dopodomani nel mondo dell'editoria? Siamo in totale trasformazione, per cui una volta c'era un giornale di carta e basta. Oggi c'è un giornale che ha un sito internet, abbonamenti, social, podcast: di tutto e di più", ha detto nello studio di Primocanale Production, intervistato dai giovani in alternanza scuola lavoro della redazione Orientamenti News.
"Siamo nel pieno di un proliferare di idee, di specializzazioni, di capacità per un giornalista che non deve soltanto scrivere un pezzo, ma deve saper fare molte cose in più. Quindi è tutto anche molto più divertente ed eccitante"
Ma accanto alla passione per il mondo del giornalismo, c'è anche quella per il calcio. Nel 2005 ha acquistato il Torino F.C., dopo l'invito del primo cittadino: il giorno dell'acquisto partì con tre cambi in valigia e la promessa - non mantenuta - di rientrare in giornata. In un solo anno ha portato la squadra in serie A e ha raggiunto grandi obiettivi come gli ottavi di Europa League. E a proposito di sogni, dopo due anni in cui il Torino si è classificato al decimo posto, adesso si vuole puntare di nuovo in alto, con grande impegno per partecipare nuovamente all’Europa League.
Una serie di conquiste non facili, ma felici, come garantisce ai nostri giovani che lo hanno incontrato: "Io non sento la fatica del lavoro perché faccio cose che mi piacciono. Dall'editoria ai libri, dai giornali alla televisione. Il calcio mi diverte, quindi non sento la fatica". Ed è la conferma di aver intrapreso la strada giusta. Pur avendo una grande responsabilità, quella di fare informazione.
"Significa mettere in condizione la gente a casa di sapere veramente qual è la verità, lasciare totale autonomia ai giornalisti per andare veramente a cercare quella che è la verità. Come si sono svolte le cose? Non bisogna avere paura di fare le domande"
Cairo con il suo intervento ha dato ai giovani 'dreamers' delle dritte, sottolineando che il mondo è tutto da scoprire e che non bisogna mai demoralizzarsi, impegnandosi a cogliere al volo le opportunità. E nei giovani - e meno giovani - che collaborano con lui, le caratteristiche che più ricerca sono tanta curiosità, tanta voglia di conoscere, di capire, di ascoltare la vita delle persone. E poi le competenze digitali, oggi sempre più necessarie che mai. Così l'imprenditore ha voluto ribadire che bisogna sempre crederci ed essere ottimisti, perché “il genio è 1% talento, 99% duro lavoro”.
*Vittoria Cappeddu, 17 anni, Liceo Classico Andrea D'Oria
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IL COMMENTO
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