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Durante la protesta la rotonda dell'aeroporto è rimasta bloccata per circa un'ora
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di Andrea Popolano

GENOVA - Corteo all’interno dello stabilimento dell’ex Ilva di Genova. Al termine dell’assemblea indetta per fare il punto della situazione e chiedere risposte certe al governo su quale sarà il futuro dell’acciaio in Italia, i lavoratori hanno percorso una strada interna allo stabilimento. Poi intorno alle 10.15 l’uscita da un varco secondario e occupazione della rotonda dell’aeroporto Cristoforo Colombo. Alle 11:15 i lavoratori hanno iniziato a sciogliere il loro presidio dalla rotonda dell'aeroporto che ha quindi potuto riaprire. La manifestazione si è poi conclusa attorno alle 11:25.

 

Primocanale ha seguito in diretta l'evoluzione della giornata.

L'incertezza sul futuro delle Acciaierie di Cornigliano sta esasperando i lavoratori: per i sindacati è fortissimo il rischio di arrivare alla chiusura dell'unità produttiva genovese (LEGGI QUI) ormai costretta a funzionare a ritmo molto ridotto. Sono in tutto mille i lavoratori dell’ex Ilva che temono per il proprio futuro. A questo si aggiungono quelli dell’Ilva in amministrazione straordinaria che aspettano dal 2005 una collocazione, in tutto sono 228 impegnati in lavori di pubblica utilità.

“È una situazione paradossale spiega Valerio D’Alò, segretario nazionale Fim Cisl -. È impensabile che il governo arrivi da noi per dirci che la trattativa tra il Fitto e ArcelorMittal il tema sia arrivare al 23 per capire le intenzioni dell’investitore privato. Lo Stato continua a mettere soldi in una gestione in cui non ha nessuna voce in capitolo. Per un abbiamo sentito il ministro Urso dire che la gestione dello Stato Sarebbe passata al 60%, poi ad un tratto nasce una trattativa segreta dov’è le opzioni sono tutte di altra natura tra cui quella di ridare tutto in mano ad ArcelorMittal. Al governo diciamo di prendere una decisione. Non c’è mai stata una situazione così confusa come in questo periodo”.

Non ha dubbi il segretario generale della Fiom Cgil di Genova Stefano Bonazzi: "Se continua così la siderurgia in Italia rischia di scomparire per sempre. Per questo quest'oggi abbiamo deciso di mobilitare i lavoratori, dopo aver indetto lo sciopero con Fim e Uilm".