"Il pubblico ministero ha detto 'non sarò breve', ha dimenticato di dire che sarebbe stato anche devastante". Emmanuel Diaz, fratello di Henry non manca un'udienza al Tribunale di Genova dove prosegue il processo per fare luce sulle responsabilità della tragedia di ponte Morandi che il 14 agosto 2018 con il crollo del viadotto sul Polcevera ha causato 43 vittime.
Sotto l'occhio del pm Massimo Terrile è finito l'allora amministratore delegato di Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci definito "padre padrone dentro Autostrade. Si occupava nel dettaglio di tutto, anche della sicurezza del viadotto Polcevera. Quindi era a conoscenza dello stato dell'opera" (leggi qui).
Per Diaz parole chiare che rimarcano una volta di più quello che è accaduto ormai tre anni e mezzo fa. "Quello che sta accadendo è sgradevole, è una lotta tra chi difende la giustizia e chi cerca di difendere una realtà che ormai è evidente - attacca Diaz -. Ci sono elementi per per associare dei volti alla tragedia, possiamo definirli assassini. Castellucci prova ad estraniarsi, in questi anni ha cercato di far credere che non aveva responsabilità e ora sappiano che lui conosceva le condizione del viadotto Polcevera".
Alcuni imputati iniziano a presentarsi in Tribunale a Genova: "C'è stato assenteismo dello Stato sulle manutenzioni ormai dimostrato - attacca ancora Diaz -. Ascoltare le verità che sta dicendo Terrile non è semplice per noi. Imputati iniziano a venire sperando forse di ottenere qualche beneficio ma devono presentarsi e avere il coraggio di guardarci in faccia. Hanno creato un atto criminale, terroristico".
Non sono tanti familiari delle vittime che hanno voglia di assistere alle udienze. Emmanuel Diaz è sempre presente e conosce le carte dell'inchieste avendole a lungo studiate e approfondite "Ora per fortuna la verità è stata scoperta e si sta creando una strada tutta sua" conclude Diaz. Sono 59 le persone indagate più le due società ritenute responsabili, Aspi e Spea, la controllata titolare delle manutenzioni.
IL COMMENTO
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