GENOVA - Iniziato ieri sera da parte dei tecnici di Aster il taglio dei primi pini in via Thaon de Revel, davanti a Brignole. Una decisione presa dal Comune dopo una serie di analisi effettuate sugli alberi che hanno evidenziato delle criticità. Ma i cittadini riuniti in rete e ambientalisti non ci stanno e hanno manifestato proprio malcontento per la decisione presa. Mentre arrivati alla sera si procedeva all'abbattimento con i tecnici Aster impegnati a recuperare le fronde che via via venivano tagliate, un gruppetto di attivisti ha fatto sentire la propria voce. Non sono mancati momenti di tensione con i cittadini che si sono avvicinati alle transenne. A monitorare e gestire il traffico gli agenti della polizia locale.
I lavori sono iniziati poco prima delle 22 e sono terminati alle 2 con l'abbattimento dei primi tre alberi.
In mattinata si era svolto al Matitone un tavolo tecnico aperto alle associazioni ambientaliste a cui ha partecipato l’assessore alle Manutenzioni del Comune di Genova Mauro Avvenente e Aster. L'obiettivo era quello di guadagnare tempo in modo da poter effettuare nuove perizie utili ad approfondire la situazione dei 15 pini valutati non sicuri. Alla fine nessun rinvio e nessuna nuova perizia (non ci sono i tempi tecnici spiega il Comune considerata la pericolosità per l'incolumità pubblica) e così in serata le operazioni sono iniziate. I lavori di abbattimento dovrebbero durare una settimana-dieci giorni.
"Dispiace a tutti dover tagliare gli alberi - spiega l'assessore Avvenente -. I tecnici hanno certificato che c'è un alto rischio di crollo, classificato come D, è una scelta dolorosa ma che abbiamo dovuto fare per senso si responsabilità". Giorgio Costa, agronomo e responsabile del settore verde di Aster entra nel dettaglio: " Le piante sono definitivamente compromesse, sono sofferenti e stressate. Si tratta soprattutto di quelle a lato monte. Tre hanno delle carie al tronco, questo significa che hanno delle cavità che le rendono instabili e in caso di caduta si spezzerebbero. Le altre 12 hanno dei problemi radicali che sono stati valutati attraverso un sistema di trazione, ovvero dei test che sono serviti a vedere come la pianta reagisce a una simulazione di ventosità. Sono sofferenti da una parte per il terreno molto pesante e dove c'è un'alta presenza di sottoservizi (tubature, cavi ecc ndr). Anche altre piante non sono perfette e bisognerà valutare e fare altre prove tecniche come quelle richieste dai cittadini su di loro".
I cittadini infatti avevano chiesto circa venti giorni per poter effettuare altre valutazioni e perizie da parte di privati per capire se c'erano le condizioni per salvare i pini. Ma per il Comune c'è il pericolo caduta e allora si corre ai ripari. Ambientalisti e rete di cittadini però rimarcano come l'area non sia stata transennata in questi giorni nonostante il "pericolo per l'incolumità pubblica" con i lavoratori di Amt, cittadini e turisti che sostano sotto gli alberi.
"Siamo grati all'assessore per aver convocato questo incontro - spiega Stefano Fera, presidente Italia Nostra Genova - ma l'esito della riunione è molto deludente, abbiamo portato un tecnico altamente specializzato che ha dato prova di poter mettere in sicurezza dei pini come questi, come ad esempio a Trieste, città dove la ventosità è superiore a quella di Genova". Delusa dalla decisione presa anche Wwf Genova che ha chiesto "la revoca della gestione del verde ad Aster". Nel mirino del Wwf sono finiti i lavori del 2018 che hanno portato lungo le diagonali dei giardini una serie di passaggi pedonali e la "mancata potatura della chioma degli alberi". Su quest'ultimo punto l'agronomo Costa risponde: "Le piante non sono dei pali, devono essere lasciate libere di lavorare, la potatura ad esempio è pericolosa se fatta male perché va a indebolire la pianta. Le piante stradali poi sono più soggette a danni radicali importanti".
I pini erano stati posizionati davanti alla stazione nel Dopoguerra, quindi tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Il Comune punta a mettere a posa nuovi pini tra la fine dell'autunno e l'inverno. "Saranno i tecnici a decidere la tipologia di albero - spiega Avvenente -, ho chiesto che le dimensioni delle piante siano tali da dare il segno di una qualità degli alberi dignitosa, è chiaro che non possono essere alti 20 metri ma abbiamo chiesto di metterli i più alti possibili e con la chioma più frondosa possibile per fare in modo che possa offrire ombra e ristoro".
IL COMMENTO
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