GENOVA - In tutto sono 2300, di queste 1100 sono collocate in centro storico. Sono le telecamere di sorveglianza che come un grande fratello osservano quello che accade a Genova. La grande maggioranza degli arresti per spaccio viene fatta grazie all'uso delle telecamere: gli agenti si appostano nelle vicinanze del luogo deputato allo scambio, nel frattempo si monitora la situazione dalle telecamere e quando ormai tutto è stato ripreso e registrato si procede all'arresto come spiega l’assessore alla Sicurezza del Comume di Genova Sergio Gambino.
Nell'ultimo anno gli arresti per spaccio a Genova sono stati 125 con numeri di fatto quintuplicati nell'arco di due anni. Per gli agenti la possibilità di sfruttare la presenza dei dispositivi ottici è utile anche per rilevare e ricostruire situazioni come furti e incidenti.
Entro il 2027 le telecamere presenti in città aumenteranno con altre 1500 sparse lungo le vie della città, dispositivi che andranno a sommarsi agli attuali già in funzione. A quel punto il dato salirà a 3800. Si tratta di un accordo siglato tra l'assessorato alla Sicurezza di Gambino e quello alla Mobilità di Matteo Campora del Comune di Genova. Il progetto 'quattro assi' prevede infatti l'installazione delle nuove telecamere lungo il tracciato dove si estenderà il trasporto pubblico (Centro-Levante-Ponente e Valbisagno). Le nuove telecamere ottiche potranno essere utilizzate non solo per monitorare la situazione traffico e verificare la regolarità del servizio pubblico, ma anche dalle forze dell'ordine.
Nell'estate del 2023 le telecamere di sorveglianza di Sestri Ponente sono state determinanti per ricostruire l'omicidio del barbiere di 19 anni Mahmoud Abdalla da parte di due suoi connazionali. Così come in altre circostanze hanno permesso di ricostruire le dinamiche degli incidenti anche tragica. Si tratta di telecamere 'PTZ' (pan/tilt/zoom) con sistema a 360 gradi e dotate di zoom 40x che permettono una registrazione per sette giorni delle immagini.
I dispositivi ottici in alcuni casi sono direttamente collegati alle centrali operative di questura e carabinieri. In altri casi invece per poter visionare le telecamere posizionate dal comune di Genova deve partire la richiesta da parte di polizia o carabinieri. Più si va in periferie minore è la presenza di telecamere di sorveglianze, stesso discorso vale per le alture.
Gli ultimi fatti di cronaca hanno riacceso l'attenzione sul problema vicoli con ripetuti casi di violenza avvenuti nella zona di Sottoripa. “Abbiamo potenziato i controlli con la presenza di una postazione fissa, controlli serrati e agenti in borghese - spiega l’assessore alla Sicurezza di Genova Gambino -. A questo poi si aggiunge la presenza delle telecamere di sorveglianza posizionate nella zona che permettono un controllo capillare della zona”.
"Le telecamere dovrebbero avere un effetto disincentivo rispetto a chi pratica attività illegali. Così invece non è, di fatto è un totale fallimento perché le persone spacciano e consumano sostanze stupefacenti proprio sotto le telecamere - spiega Christian Spadarotto, presidente dell'associazione 'Via del Campo Caruggi' -. Poi c'è tutto il discorso di chi visiona le telecamere. Servirebbe una centrale operativa tutto il giorno, questo permetterebbe di fare degli interventi mirati". La quantità di telecamere non permette realisticamente di poter visionare contemporaneamente tutte i 2300 dispositivi. Ma su questo punto Spadarotto entra nel merito: "I punti più critici del Centro Storico sono conosciuti, si potrebbe focalizzare l'attenzione su quelle determinate zone, si tratta di una cinquantina di punti. Certamente per contrastare il problema violenza nei vicoli le telecamere non bastano".
Il presidente del Municipio Centro-Est Andrea Carratù rimarca la loro utilità: "Possono disincentivare certi comportamenti. Certo non è pensabile utilizzarli per riconoscere chi imbratta i muri o compie atti di simile portata, ma ad esempio in caso di comportamenti ripetuti nella stessa area possono aiutare a bloccare il fenomeno, la pattuglia visione le immagini e registra dove avviene l'atto illecito, a quel punto rafforza il controllo in quell'area”.
IL COMMENTO
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