AMEGLIA - Giornata importante a livello ambientale nel parco di Montemarcello Magra nel comune di Ameglia, in provincia della Spezia, dove è stata avviata la piantumazione di 800 nuovi alberi e arbusti.
L’intervento di forestazione si trova in un’area lungo le sponde del fiume Magra, poco distante dalla foce, nel Comune di Ameglia.
Il Parco rappresenta un sito eccezionale, in particolare per la conservazione dell’avifauna e di diverse specie di ambienti mediterranei rari come il ginestrone e comprende zone umide uniche in Liguria, importanti per la sosta e la nidificazione di molti uccelli migratori e stanziali come il martin pescatore, l’airone cenerino, la garzetta e il cormorano.
Nelle zone umide della piana della Magra, invece, sono presenti specie vegetali rare, come il morso di rana, e piante endemiche come l’enagra di Marinella e la verga d’oro litorale.
L’area del Parco ospita molti sentieri escursionistici ed è attraversata dall'Alta Via dei Monti Liguri, dal Sentiero Liguria e dall'Alta Via del Golfo. Il parco non è solo un insieme di paesaggi unici, ma anche un laboratorio di progetti "certificati" di conservazione e riqualificazione ambientale che ruotano sull'area umida dei Boz di Sarzana e sull'Orto botanico di Montemarcello.
L’intervento realizzato grazie al contributo di Arca Fondi nella zona denominata Mammellone, nel Comune di Ameglia, prevede il restauro ambientale delle sponde del fiume, l’eliminazione della vegetazione infestante e la messa a dimora di 800 piante, tra alberi e arbusti, nell’area immediatamente retrostante, con l’obiettivo di ricreare un bosco igrofilo, che assolverà a due funzioni principali: aumentare la copertura arborea in un’area già frequentata dai residenti per pic nic e svago e nello stesso tempo consolidare il terreno più prossimo alle sponde del fiume Magra, rendendolo meno soggetto a eventi franosi legati all’attività del fiume.
L’intervento, inoltre, contribuirà a migliorare la qualità dell’aria e l’aspetto del paesaggio circostante, reso unico dalla presenza del fiume e che possiede un grande pregio naturalistico e storico-culturale, nonché a dare ospitalità ai piccoli animali che popolano il parco.
Il progetto rientra nella Campagna nazionale Mosaico Verde, ideata e promossa da AzzeroCO2 e Legambiente, nata nel 2018 con lo scopo di facilitare l’incontro tra le necessità degli enti locali di recuperare aree verdi e la volontà delle aziende di investire risorse nella creazione o tutela di boschi permanenti, come misura di Responsabilità Sociale d’Impresa.
“Come AzzeroCO2 ci impegniamo costantemente in progetti volti alla tutela e alla rigenerazione del patrimonio boschivo in quanto azioni fondamentali per arginare la perdita di biodiversità e ripristinare gli ecosistemi - ha dichiarato Nicola Merciari responsabile dell’area sostenibilità di AzzeroCO2. - Siamo quindi molto soddisfatti di aver realizzato insieme ad Arca Fondi un intervento di forestazione all’interno del Parco Naturale Regionale di Montemarcello – Magra - Vara: un parco che rappresenta una vera “cassaforte” di biodiversità per il nostro Paese. Le 800 piante messe a dimora andranno ad arricchire questo patrimonio naturale, svolgendo allo stesso tempo una funzione di tutela del suolo, rafforzandolo nelle aree più vicine alle sponde del fiume Magra. Queste tipologie di azioni consentono di restituire pregio ai nostri territori e consegnare ai cittadini luoghi fruibili per consentire loro di poter vivere più facilmente esperienze a contatto con la natura”.
Specie messe a dimora:
Salice ripaiolo
I salici sono alberi o arbusti che, a seconda della specie e variano molto di dimensioni. Tutti i salici sono piante amanti dell’umidità, che vivono bene in condizioni umide e paludose. I fiori sbocciano in primavera, generalmente prima delle foglie. Il nettare del salice in fiore è la prima fonte di cibo per le api in primavera. I semi sono piccoli, con una longevità limitata. Il pelo fine che li ricopre permette al vento di trasportarli facilmente. Il salice ripaiolo, in particolare, è un arbusto che cresce bene sulle sponde dei corsi d’acqua dove le radici intrecciate trattengono il suolo e ne prevengono l’erosione. Grazie alla conformazione delle radici, i salici possono anche essere usati per creare recinti viventi o persino sculture.
Salice rosso
Anche detto Salice rosso, è un arbusto di colore rossastro il cui impiego è estremamente diffuso negli interventi di ingegneria naturalistica per la sua plasticità ambientale ed adattabilità e per le sue ottime caratteristiche biotecniche. Si tratta di una pianta pioniera, particolarmente indicata quindi nei rimboschimenti, con un’alta capacità di limitare l’erosione del terreno e di consolidarlo.
Tamerice africana
La tamerice africana è un piccolo arbusto molto diffuso sulle zone costiere del Mediterraneo e in particolare in ambienti vicini all’acqua, sia dolce che salata, come dune marittime, i greti e le sponde dei fiumi. I fiori piccolissimi sono raccolti in spighe sottili dall'aspetto piumoso. La bellezza della sua fioritura la rende un’ottima pianta ornamentale.
Lentisco
Il lentisco è un arbusto sempreverde tipico della macchia mediterranea che si diffonde per seme, ma anche per polloni radicali, ossia piccoli alberi che si sviluppano dal tronco della pianta madre. È una specie resistente al fuoco e grazie alle sue elevate capacità pedogenetiche è molto utile nella ricostituzione del manto vegetale. Si adatta a qualsiasi tipo di terreno, pur prediligendo suoli sabbiosi. Resiste bene ai venti più forti.
Biancospino
Si tratta un arbusto rustico che ha poche esigenze ed è una pianta mellifera molto amata dalle api. In ragione del suo fitto intreccio, rappresenta un nascondiglio naturale per molti piccoli animali mentre i suoi frutti costituiscono un ottimo alimento per gli animali.
I fiori del biancospino sono piccoli, bianchi e molto profumati e in primavera ricoprono tutta la pianta. Tra settembre e ottobre maturano i frutti: piccole bacche di colore rosso e lucente molto gradite dagli uccelli.
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità