LIGURIA - In queste ore di tensione per l'attacco russo all'Ucraina c'è chi, come gli albergatori, deve fare i conti anche col rischio di ulteriori perdite per le proprie attività: "Il mercato russo era importante per noi liguri, la nostra regione è molto conosciuta soprattutto a Mosca - spiega Aldo Werdin, presidente Federalberghi Liguria - nel levante la clientela russa è del 10% e spende tanto. Ormai già da due anni a causa del Covid e del mancato riconoscimento del vaccino Sputnik da parte del nostro Paese avevamo già perso parte di questa clientela, ora la situazione peggiorerà. Speravamo in questa clientela - prosegue - i segnali erano buoni e iniziava ad esserci un certo movimento. I primi dieci giorni di maggio hanno un periodo di ferie, li aspettavamo".
Il settore del turismo è stato messo in ginocchio dalla pandemia, con ulteriori problematiche derivanti dal caro bollette e dalla peste suina nella zona rossa. I precedenti fanno credere che non ci saranno visitatori russi in Italia: "Sicuramente non arriveranno, come nel 2014 dopo il primo attacco all'Ucraina - racconta -. Noi abbiamo una clientela molto legata al Cremlino: ambasciatori, ministri, diplomatici. Quell'anno avevano ricevuto 'l'ordine di scuderia' di andare in vacanza in Crimea, succederà lo stesso".
Questa ulteriore batosta per gli albergatori è arrivata all'improvviso, come la chiusura nel periodo natalizio, ma Werdin vuole mandare un messaggio positivo: "Ci sarà una ripartenza prima o poi. Se non verranno i russi, andremo anche a cercare altri mercati".
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