"Stiamo cercando di valorizzare questi capannoni, ci sono ottimi segnali. L’obiettivo è creare ricchezza attraverso il lavoro" così il commissario straordinario dell’ex Ilva Davide Tabarelli a Genova durante le celebrazioni in ricordo di Guido Rossa. Il processo di vendita va avanti, al momento sono tre le offerte pervenute con la scadenza fissata al 31 gennaio, due riguardano l'intero gruppo ha spiegato il commissario Tabarelli. Nel mentre il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stanziamento di 250 milioni di euro per Acciaierie d’Italia. Una somma necessaria perché gli asset continuino a operare fino al completamento delle procedure di assegnazione dell’asset. Ma la discussione oggi è ruotata attorno all'accordo di programma siglato a Genova nel 2005 che serviva a salvaguardare i livelli occupazionali e di reddito dei lavoratori dello stabilimento ma che stabilisce anche che quelle aree siano destine alla filiera dell'acciaio. Ma dal presidente di Regione Liguria Marco Bucci viene aperta una porta e spiega che l'accordo può essere rivisto dando comunque priorità alla fabbrica: "Chi compra questa fabbrica dovrà garantire l'acciaio e il lavoro. Le aree? Vedremo quello che sarà richiesto per la fabbrica, quello che rimane potrà essere usato in altro modo" spiega Bucci spiegando però che questo verrà valutato solo una volta che avverrà il passaggio di consegne. Immediata la replica del segretario della Cgil Maurizio Landini, a Genova per ricordare Guido Rossa: "Gli accordi si applicano, non si discutono". Nella partita della vendita i sindacati però puntano a far sì che lo Stato mantenga una quota di garanzia.
Bucci: "Ora bisogna vedere chi sarà il nuovo acquirente"
"Non ho visto le manifestazioni di interesse per il pacchetto Ilva, sembra che ci siano cose molto interessanti quindi non vedo l'ora che il ministero ci chiami per avere la nostra opinione - ha proseguito Bucci - vogliamo qualcuno che possa garantire quanto abbiamo appena detto. L'accordo di programma? Ha fatto il suo tempo, è stato molto importante ma ora bisogna vedere chi sarà il nuovo acquirente e le nuove necessità" con Bucci che ha ribadito che la priorità è comunque la fabbrica. A Genova sono occupati 985 addetti diretti a cui si aggiunge l'indotto e i quasi 300 dell'Ilva in amministrazione straordinaria che da anni attendono un rientro e sono impegnati in attività di pubblica utilità. Bucci ha poi concluso commentando l'ipotesi dell'installazione del forno elettrico: "Potrebbe essere un obiettivo, non sta a me deciderlo ma siamo favorevoli a tutte le cose che portano ricadute economico-occupazionali, ovviamente con il rispetto dell'ambiente. E la tecnologia oggi è in grado di rispettare l'ambiente" ha spiegato il presidente di Regione Liguria nel giorno della cerimonia in ricordo di Guido Rossa, il sindacalista dell’allora Italsider ucciso dalle Brigate Rosse il 24 gennaio del 1979.
Landini (Cgil): "Accordi si applicano, non si rivedono"
"Gli accordi si applicano, non si rivedono, e quello che deve essere chiaro è che si mantenga l'integrità di tutto il gruppo" ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini, nello stabilimento ex Ilva di Genova Cornigliano, a margine della commemorazione di Guido Rossa. "C'è bisogno che si faccia una scelta che veda il mantenimento del ruolo pubblico dentro questa azienda - ha detto - perché stiamo parlando di un'azienda strategica. Non c'è bisogno che entri, c'è già ed è stata tenuta in piedi in questi anni dai contributi pubblici di tutti noi, ed è necessario che si facciano delle scelte rispetto alle offerte che sono arrivate che qualifichino e garantiscano non solo l'occupazione, ma che mantengano anche la capacità produttiva complessiva di questo gruppo".
Fim Cisl su accordo di programma: "Non si tocca"
"Non comprendiamo sinceramente queste fughe in avanti, l’accordo di programma non si tocca. Ad oggi nessuno può ipotizzare di metterlo in discussione in uno scenario in cui non sappiamo ancora chi sarà il nuovo proprietario dell’ex Ilva e soprattutto quali saranno i progetti relativi allo stabilimento di Cornigliano. Vogliamo e dobbiamo vedere il piano industriale che deve puntare al rilancio della siderurgia con nuovi investimenti sul personale e sulle strutture: soltanto in un secondo momento, eventualmente, si potranno valutare ragionamenti su destinare aree di Cornigliano ad altri comparti. Ci spiace, ma l’accordo di programma è più attuale che mai anche se altri la pensano diversamente”, spiega Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria.
Apa (Uilm): “Inutile parlare dell’accordo di programma, serve prima il pino industriale”
"Inutile ogni ragionamento se prima non arriva un piano industriale capace di rimettere insieme ciò che resta delle acciaierie ex Ilva - dichiara Antonio Apa, coordinatore regionale Uilm Liguria - purtroppo, ad oggi, sono stati disattesi i contenuti dell’accordo di programma. Erano due le questioni centrali: a fronte della chiusura dell’area a caldo nel 2005 il sito genovese doveva essere potenziato dal punto di vista produttivo, per intenderci doveva diventare un centro importante della verticalizzazione dei prodotti siderurgici; in secondo luogo, Genova doveva essere potenziata dal punto di vista degli organici recuperando gli addetti del 2005 (circa 2500) ,cosa che non è mai avvenuta.Tanto è vero che Genova oggi ha meno di 1000 addetti". Genova è diventata un sito obsoleto perché gli investimenti non ci sono stati.
"Abbiamo visto qualche investimento sullo zincato, pochissimi sulla banda stagnata, tanto che lo stesso sito non ha mai prodotto un milione di tonnellate di acciaio e la banda stagnata non è riuscita ad aggredire il mercato".
La Uilm non ha fatto dell’accordo di programma un totem. "Altri lo hanno dipinto come un fatto miracoloso ma miracoli non ne abbiamo visto. L'accordo è stato fatto passare tra i lavoratori con garanzie occupazionali e produttive che non si sono mai concretizzate - spiega Apa - In prospettiva non conosciamo l’acquirente, ci sono state delle proposte ma la mia sensazione è che iniziamo male. Chi intende acquisire la siderurgia vuole partire dalla chiusura delle cockerie, il che significa la chiusura dell’azienda. Il Governo ci deve convocare immediatamente per darci tutti i chiarimenti in merito" conclude la nota della Uilm.
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IL COMMENTO
Occhio agli spezzini e ai democratici. Dagli Stati Uniti a via XX Settembre
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