"Lo diciamo chiaramente, fate il possibile per portare a casa le pelle e se vedete che non ci sono le condizioni di sicurezza fermatevi" questo l'appello dei sindacati ai lavoratori di riparazione navali dopo la tragedia di mercoledì mattina quando a causa di un incidente sul lavoro ha perso la vita Lorenzo Bertanelli di 36 anni rimasto schiacciato da un pezzo di una barca caduto in cantiere. Si tratta della seconda vittima in porto a Genova in meno di due mesi dopo l’incidente mortale avvenuto il 18 dicembre al Psa di Pra' in cui perse le vita Giovanni Battista Macciò.
Il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza
Una delegazione di lavoratori ha incontrato il prefetto Cinzia Torraco insieme ai rappresentanti dell'Autorità portuale. Dal vertice è emerso che l'11 febbraio è in programma un nuovo incontro tra sindacati, autorità portuale e rappresentanti di Confindustria di riparazioni navali. Al centro ci sarà la discussione sui rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls). Si tratta di lavoratori che svolgono anche la funzione di controllo e verificano che ci siano negli ambienti di lavoro condizioni idonee di sicurezza all'interno delle aree. Oggi in riparazioni navali sono in mano alle singole aziende che operano all'interno del proprio spazio. La richiesta dei sindacati è chiara: "Servono rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza che abbiano giurisdizione su tutta l'area, perché in riparazioni navali sono presenti aziende dirette, appalti e subappalti" precisa Bonazzi, segretario generale della Fiom Cgil Genova. "Ci sono da mettere subito in atto iniziative concrete: la mancanza degli Rls di sito è una grave mancanza, solo lavoratori nominati da altri lavoratori possono veramente misurare il grado di sicurezza. E chiediamo risorse e investimenti anche per aumentare l’attività ispettiva: le Riparazioni Navali rappresentano un’area con diverse anime industriali che devono essere attenzionate sempre” spiegano il segretario della Fim Cisl Liguria Christian Venzano e Omar Cattaneo, operatore della Fim Cisl Liguria. Nell'area operano molti lavoratori esterni, spesso stranieri. A Genova operano nel comparto delle riparazioni navali oltre 79 aziende con circa 4mila dipendenti e oltre 2.500 addetti nell'indotto. Una mattinata iniziata con un presidio davanti al varco delle Grazie. Poi il corteo è partito alle 9,20 con un migliaio di lavoratori che sono passati da Caricamento, piazza della Nunziata, le gallerie Bixio e Garibaldi, piazza Corvetto fino ad arrivare in prefettura intorno alle 10,10. Qui l’incontro di una delegazione con il prefetto.
Ente Bacini: "Non si può risparmiare sul lavoro e sugli appalti a scapito della sicurezza"
L’amministratore delegato di Ente Bacini Alessandro Terrile ha commentato: “Serve una riflessione seria sul rispetto delle regole, le regole ci sono. C’è il tema della catena di subappalti che spesso è troppo lunga. E poi c’è il tema che non si può risparmiare sul lavoro e sugli appalti a scapito della sicurezza. Questo chiama in causa tutti quelli che hanno delle responsabilità. Al di là della responsabilità giuridica penso che oggi nessuno si può chiamare fuori da una responsabilità collettiva rispetto a quello che sta accadendo nel paese e anche in questa città. Bisogna intensificare i controlli ed evitare che ci sia un modo di lavorare durante i controlli diverso dal modo di lavorare quando i controlli non ci sono. Tutti devono prendere coscienza che serve una svolta che dovrà essere anche onerosa”. Nel mentre proprio i lavoratori di Ente Bacini hanno deciso di devolvere una giornata di lavoro alla famiglia della vittima.
I lavoratori: "Dateci più voce"
Formazione e investimenti sulla sicurezza al centro delle richieste dei lavoratori come spiegano Andrea Torchia della Rls-Rsa Uiltrasporti e Matteo Carretta della Rsa Filt Cgil: "Fare le cose velocemente e avere dei tempi stringenti porta sicuramente a lavorare in condizioni di sicurezza meno precise di quelle che dovrebbero essere. Investire risorse è importante alla luce delle tipologie di lavoro che vengono svolte. Serve dare voce a chi lavora, ci sono cose che vengono decise a tavolino da chi in cantiere non ci mette piede. Invece chi svolge questi lavori non ha voce in capitolo, le mani ce le mettono loro". I lavoratori spiegano che alle riparazioni navali "sono pochi gli incidenti avvenuti in questi anni, l'ultimo che ha causato un morto risale a 15 anni fa. Tutto questo è anche frutto del caso, facciamo un tipo di lavoro che comporta una grande attenzione. Ci sono carichi sospesi con rischio caduta dall'alto. Sicuramente l'attenzione non è mai abbastanza, diciamo che a volte la confidenza fa perdere la riverenza, sono cose che devo far riflettere non solo quando succedono, vanno prevenute.
Presidio davanti ai varchi portuali
Subito dopo la tragedia i lavoratori hanno indetto uno sciopero di quattro ore in segno di cordoglio per il collega. Oggi nuovo sciopero proclamato dai sindacati Fim, Fiom e Uilm. "La lotta si rende necessaria e anzi va ampliata per coinvolgere le istituzioni, la politica e la città tutta a interessarsi e agire concretamente su un tema, quello su salute e sicurezza sul lavoro che, come dimostra l’odierna tragedia, è ben lontano dall’essere risolto" spiegano Fim, Fiom e Uilm Genova. "Basta scia di sangue" sottolineano i lavoratori.
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![I lavoratori di riparazioni navali in corteo a Genova](/images/whatsappimage20250206at09.29.28p34941.jpeg)
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