GENOVA - Era tornata sei anni fa ad abitare a Chernihiv, Viktorya Tymoschenko, ucraina che all'età di vent'anni aveva seguito la mamma a Genova e dove ha vissuto 18 anni, con il marito e la figlia nata in Italia e che oggi ha 13 anni. Mai si sarebbe immaginata l'orrore che si sta consumando in questi giorni, non solo nel suo paese, ma proprio nella sua città.
"Chernihiv è una città di poco più di 290 mila abitanti, dove ci sono solo ospedali, teatri e scuole. 50 persone sono già state ammazzate e noi stiamo vivendo in un bagno nascosti, contando le ore rimaste per la vita"
Una situazione drammatica quella che emerge dai suoi racconti arrivati alla redazione di Primocanale. Proprio venerdì, la famiglia si è dovuta rifugiare nel seminterrato mentre una bomba è caduta sui palazzi vicini. L'appello è straziante e chiede all'Italia di intervenire in ogni modo possibile: "Chiediamo la protezione del cielo della Nato, qui continuano ad uccidere la nostra popolazione e le bombe piovono dal cielo, Putin non si fermerà all'Ucraina". La paura si sente chiaramente nella sua voce, anche perché Chernihiv non ha ancora conosciuto il cessate il fuoco ed è da giorni che tiene i suoi cittadini per oltre 18 ore al giorno, al buio, nascosti nelle cantine dei palazzi e con solo una candela per illuminare le stanze.
"Chiedete i corridoi umanitari, non possiamo uscire e siamo disperati: fate quello che potete, ascoltate una madre disperata che non sa come salvare la sua bambina"
Le sue parole arrivano dritte allo stomaco, più di ogni altra immagine della città distrutta dai bombardamenti. C'è tutta la paura e la disperazione di chi sa che potrebbe restare sotto le macerie da un momento all'altro, come spiega in un altro audio dove commenta "Qui ci si prepara a morire da un momento all'altro e la cosa più brutta è che non si riescono a proteggere innocenti come bambini e anziani". E adesso le prossime ore continueranno nel terrore, cercando di dilazionare le scorte rimaste, con l'energia elettrica che va e viene.