Politica

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di Stefano Rissetto

La guerra russo-ucraina ha ricadute anche sulla campagna elettorale per le comunali di Genova e contrappone due candidati sindaci, entrambi avvocati, Ariel Dello Strologo e Mattia Crucioli. Il primo, esponente del centrosinistra, sostiene "la violenza russa non si combatte con il pacifismo". Il secondo, senatore de "L'Alternativa" e candidato da un cartello di liste (Alternativa, Italexit, Ancora Italia e Riconquistare l'Italia), obietta "Un pacifista non demonizza il nemico, cerca di capirne i motivi e di indagare sui propri eventuali torti nel tentativo di raggiungere una pace giusta. Se poi uno è 'pacifista a oltranza e radicale', come si è definito Dello Strologo, dovrebbe predicare la non violenza e non unirsi al coro dei tanti che soffiano sul fuoco equiparando Putin a Hitler, approvando l'invio di armi italiane ad una delle parti in guerra. "Io vedo una pericolosa contraddizione in tutto ciò - ha concluso Crucioli - e spero aumenti sempre piu' la voce di chi si oppone all'invio di bombe e altri strumenti di morte".

Le parole di Crucioli si contrappongono al contenuto di una dichiarazione all'Ansa di Dello Strologo, che aveva attinto alla storia anche sua personale (è presidente della comunità ebraica genovese): "Se ci concentriamo su quello che sta succedendo adesso in Ucraina la risposta è una, ovvero che non si può contrapporre la non violenza alla prepotenza della Russia e questo lo dico anche da un punto di vista personale. Io ora sono qui e faccio il candidato perché 80 anni fa gli alleati hanno combattuto contro il nazismo, altrimenti non ci sarei. Capisco l'appello alla non violenza, alla pace, ma è anche vero che siamo in una situazione per cui l'unica soluzione è intervenire per impedire che la situazione diventi peggiore".
"La storia sarebbe stata diversa se nel 1939 anziché l'appeasement della politica internazionale si fosse fermato Hitler - è la tesi di Dello Strologo - quindi da questo punto di vista non me la sento di fare il pacifista per forza perché la storia mi dice che forse non é la scelta giusta. Da un punto di vista più ampio invece posso dire che sono un pacifista a oltranza e radicale. Noi abbiamo sbagliato, Genova è una città dove 20 anni fa i giovani del movimento no global hanno mandato segnali molto chiari per fare capire la direzione in cui il mondo stava andando e non sono stati ascoltati a sufficienza, prima delle violenze del G8 ci furono tre o quattro giorni di grandissimi dibattiti in cui si disse chiaro che il mondo stava andando in una direzione sbagliata, che la globalizzazione non gestita, lasciata solo al controllo delle forze economiche, avrebbe portato a società profondamente ingiuste, a sperequazione economica e a flussi enormi di migrazioni".
"Ridursi a parlare di pace quando ormai è scoppiata la guerra è un qualcosa che ci dovrebbe far amareggiare molto, per non dire incazzare. Noi - la conclusione - dobbiamo impegnarci a costruire una società migliore proprio per evitare di ridurci come ci siamo ridotti".