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Attualità

Presenti le principali istituzioni per definire le priorità per aiutare il paese e i rifugiati
3 minuti e 53 secondi di lettura
di Silvia Isola
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GENOVA - Imprenditoria, sanità, logistica e avvocatura genovese, assieme alla politica, la comunità ucraina e il prefetto Franceschelli a confronto in una riunione conviviale del Rotary Golfo Paradiso per fare il punto sulle priorità dell'emergenza. Tra le iniziative del Rotary la vendita di magliette solidali alla Mezza Maratona di Genova, ma si vuole fare di più per dare un aiuto concreto ed efficace.

"Siamo soddisfatti perché abbiamo venduto diverse magliette e soprattutto abbiamo portato il messaggio del Rotary for Peace"

"Certo, non è facile a volte far capire alle persone quale sia la priorità e lo scopo di queste iniziative. Capisco che effettivamente ci sono anche altri problemi che possono riguardare la società e tanti italiani, ma noi dobbiamo pensare cosa è successo al popolo: tutti gli sforzi devono essere in questo momento concentrati per dare una mano a quelli che poi si sono rifugiati a Genova", commenta Daniela Anselmi, presidente del Rotary Golfo Paradiso, oltre che presidente degli avvocati amministrativisti liguri, che ha organizzato questo momento di confronto proprio per capire operativamente cosa serva alle istituzioni in questo momento per affrontare tutti insieme necessità dei profughi e richieste in arrivo dal paese martoriato dai bombardamenti. 

Alcuni infatti non capiscono che ai rifugiati serve una mano, oltre che l'accoglienza, come chiesto da padre Vitaliy Tarasenko nel suo discorso di ringraziamento "Non basta trovare un alloggio, trovare un pullman per salvarli, trovare un posto in una scuola"

"Accogliere significa soprattutto ascoltare e non lasciare soli: questa è la cosa più importante: quando è scoppiata la guerra, mi sono sentito solo e impotente, poi con Oleh Sahaydak ci siamo rimboccati le maniche per aiutare più persone possibili"

Una lezione importante che ben si coniuga con le prime azioni che sono state messe in campo da Comune di Genova e Regione Liguria. Chi per primi hanno accolto felici i "nuovi vicini di casa" sono stati i bambini a scuola, come raccontato dall'assessore alla formazione di Regione Liguria Ilaria Cavo. "Li abbiamo inseriti nelle nostre classi, per evitare che questi bambini più piccoli ma soprattutto quello più grandicelli rimanessero soltanto collegati in Dad. E' giusto che guardino ancora loro registro di classe e provino a collegarsi con i loro professori rimasti nel paese o rifugiati in altre città - ma non potevamo lasciarli, come li ho visti io, sui gradini della chiesa di Santo Stefano per intere mattinate collegati col cellulare a lezioni intermittenti. Per dare loro tutte le informazioni, abbiamo tradotto in lingua ucraina il portale dei nostri ragazzi, Orientamenti (CLICCA QUI), con tutte le informazioni necessarie". E ai bimbi servono proprio mediatrici culturali e libri che possano insegnare loro l'italiano. Ma a chi serve più una mano sono le mamme, divise tra la preoccupazione per mantenere qui in Italia la famiglia e quella per coloro che sono rimasti a combattere. 

"Abbiamo organizzato corsi online di italiano e alla prima lezione c'erano più di 150 mamme, alla seconda ancora di più: questo per loro è l'aiuto più prezioso"

Non è facile l'inserimento, la maggior parte si trova ospite di amici o genovesi generosi che hanno messo a disposizione le proprie case e i propri letti per accogliere le famiglie. Ma, specie per chi come Viktorya Tymoshenko, avvocato che qui a Genova aveva esercitato per oltre 18 anni come assistente legale prima di fare ritorno in Ucraina, si trova in fuga dalla guerra da un mese con la figlia e cerca di farcela da sola serve un lavoro.

"Il primo problema che ho incontrato io è la burocrazia, ma poi non riesco purtroppo a inserirmi e per questo chiederei gentilmente aiuto a tutti i politici o a chiunque possa dare una mano per trovare qualsiasi tipo di lavoro, è una necessità urgente visto affitto da pagare tra qualche settimana"

Lavoro, lingua, nuovi posti per i profughi e assistenza: tutti questi appelli non possono restare inascoltati. Bisogna snellire le procedure, trovare il modo di inserire tutte le donne che vogliono provvedere in maniera autonoma alla famiglia, mentre all'Ucraina servirà inviare soprattutto medicinali nelle prossime settimane, come chiesto da Sergio Gambino, consigliere delegato alla Protezione Civile del Comune di Genova, che presto partirà per una nuova missione per portare sette ambulanze nelle città più colpite dalla guerra. Nel frattempo, nei prossimi giorni verranno aperti nuovi bandi dalla Prefettura per l'accoglienza e per risolvere alcune priorità, come sottolineato dal prefetto Renato Franceschelli. "Il più complicato di tutti è quello che riguarda la gestione di quel gruppo di sordi che attualmente è in carico ad una struttura alberghiera e per la loro necessità hanno bisogno di un diverso sistema di accompagnamento, perché non basta un interprete normale ma occorre il doppio interprete della lingua dei segni: serve trovare un ente gestore che sia in grado di accompagnare queste persone". 

 

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