GENOVA-La Liguria ha sete e anche le sue produzioni rischiano di soffrire ulteriormente dopo due anni di pandemia e un inizio 2022 segnato dall'aumento dei costi legato alla guerra in Ucraina. Dai muscoli spezzini agli allevatori dell'imperiese fino ad arrivare alla produzione del basilico genovese DOP. A fotografare la situazione a Primocanale durante la puntata di Tiziana&Cirone dedicata all'emergenza siccità è Paolo Calcagno, imprenditore agricolo ligure.
Tiziana & Cirone, emergenza siccità: la Liguria ha sete-GUARDA LA PUNTATA
"Inevitabilmente anche i basilicoltori soffrono - spiega Calcagno -. Durante questi mesi estivi, quando verrà fatto lo sfalcio della pianta per poter immagazzinare le scorte per l'inverno, ci saranno meno raccolti, soprattutto rispetto alla grande richiesta del prodotto certificato, che è cresciuta negli ultimi anni. Più si irriga e più foglie di basilico si hanno, e quest'anno sento da tutte le zone dove ci sono aziende che crescono la pianta per la media grande industria, come la piana di Sarzana, Albenga, Diano e Andora, si stanno riscontrando grossi problemi a far crescere la pianta".
Un problema che non influisce soltanto sulla produzione dell'estate, ma anche sulla disponibilità che avranno le grandi aziende nei mesi invernali e che potrebbe rendere più difficile trovare il barattolo di pesto prodotto con basilico genovese DOP sullo scaffale al supermercato: "La riduzione dei tagli che si avrà non è solo una perdita economica perchè non si riescono ad ammortizzare le spese ma il problema sarà questo inverno, ci sarà meno stoccaggio nelle celle frigo per le grande aziende".
"Noi come azienda produttrice di basilico genovese DOP in serra, ci troviamo un po' più avvantaggiati perchè annaffiamo meno, ma nel settore dove facciamo altri ortaggi oggi, invece che innaffiare due volte alla settimana come al solito, dobbiamo innaffiare un giorno si e uno no. L'aria e il terreno sono asciutti, la terra è arida e l'umidità viene subito assorbita".
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"Ci salviamo dall'affondare perchè abbiamo investito nelle riserve di acqua con cisterne sotterranee, con il recupero dell'acqua piovana e diverse sorgenti bonificate da cui possiamo attingere - spiega l'imprenditore agricolo -. Trent'anni fa mi prendevano per pazzo, ora mi trovo in vantaggio. Nonostante questo mi dispiace tantissimo per i miei colleghi, anche quelli che erano in zone conosciute perchè ricche d'acqua ora, in questa situazione allarmante, si trovano comunque in difficoltà".
I disagi legati alla crisi idrica hanno conseguenze che si ripercuotono anche sui cittadini, non solo su chi ha un riscatto economico legato alla coltivazione della terra. In Liguria infatti si stanno preparando linee guida che la regione invierà ai comuni perché vengano intraprese azioni in via cautelativa di risparmio idrico. Anche se, nella cartina della siccità italiana, la Liguria resta "gialla", ovvero tra le regioni che al momento hanno rischio più basso a fronte di molte aree "arancioni" e "rosse" (LEGGI QUI).
L'ombra della siccità si aggiunge però ai tanti problemi della categoria agricola degli ultimi anni tra pandemia e rialzi dei prezzi, spiega Calcagno: "Non parliamo solo di persone e famiglie in difficoltà economica, ma anche di condizioni che rendono impossibile il lavoro, fanno perdere l'amore e la passione per la terra. Non si riescono a recuperare i soldi investiti e non si guadagna, sono tante le persone che lasciano l'agricoltura: così le aziende iniziano a chiudere e il territorio si impoverisce".
IL COMMENTO
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