Attualità

Parti civili e testimoni fanno ipotizzare a una lunghezza ben oltre il 2024
1 minuto e 9 secondi di lettura
di Eva Perasso

Nel giorno della prima udienza per il processo del crollo del ponte Morandi a Genova, la data della fine del dibattimento e del giudizio si fa sempre più lontana. E se tra le prime ipotesi ventilate anche dal presidente del tribunale di Genova Enrico Ravera c'è la seconda parte del 2024 (LEGGI QUI), per l'avvocato penalista Stefano Sambugaro, ospite nella diretta di Primocanale, i tempi saranno molto più lunghi. E a contribuire allo spostamento in avanti della fine del processo c'è la variabile delle parti civili.

"Bisogna contare quanti sono i testimoni, e parlo dei testimoni di tutti. E anche le persone offese che si sono costituite verranno sentite. Per dimostrare il danno devo dimostrare come lo ho subito. Quindi il processo sarà lungo anche per questo. A prescindere dal merito, dalle responsabilità e dalle perizie, il processo di primo grado sarà lungo: qualche anno? Due anni? E' una visione ottimistica", commenta l'avvocato.

"Il problema che nascerà, se ci saranno 600 parti civili, è che il processo dovrà accertare anche il loro danno quindi la previsione 2024 potrebbe subire un effetto di ulteriore allungamento. La parte civile esercita un suo diritto, la persona offesa può decidere se agire nel processo penale o autonomamente con un processo civile a parte. Hanno deciso per questa strada, con le conseguenze annesse e connesse sul processo ponte. Che questo sia chiaro anche a tutti coloro che intendono costituirsi", conclude Sambugaro.

 

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