VENTIMIGLIA - Polemiche e disagi nella città di confine per la costante e incessante presenza di migranti lungo il litorale, argini del fiume, strade e stradine. Tanti i residenti sul piede di guerra che lamentano problemi di varia natura: dal consumo di super alcolici alla violenza su strada. Tutto ciò rende difficile e complicata la convivenza.
La Caritas (la cui sede è in prossimità dell’arra ferroviaria) cerca di fare il possibile per garantire i servizi basilari: cibo, indumenti, visite mediche e igiene personale. “Sono tanti - dice Christian Papini, direttore Caritas - stanchi e, in alcuni casi, rassegnati ma non vogliono rimanere qui. Tentano di oltrepassare il confine…chi riesce, chi no. Al momento ci sono all’incirca 200 migranti che si rivolgono alla nostra associazione”. Quali potrebbero essere le soluzioni per “alleggerire”, in generale, il disagio? Papini insiste sull’ apertura di un campo permanente e sull’ investire nell’ integrazione. “C’è un progetto migratorio chiaro e queste persone - prosegue - vogliono andare dove hanno deciso di arrivare. Qualcuno decide di rimanere in Italia ma non si tratta di numeri preoccuparti. Tornando a Ventimiglia, la situazione è sotto gli occhi di tutti”.
IL COMMENTO
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