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Lo specialista spegne le polemiche sulle allerta con il sole, poi parla delle frane: "Causate dalla scarsa prevenzione". Sulle alluvioni occhio al Bisagno: "Non è ancora in sicurezza totale".
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di Michele Varì

GENOVA -"Credo che le allerte meteo siano utili, ed è meglio un'allerta sbagliata che un allerta omessa, certo ci vuole misura perché sennò subentra il fattore assuefazione"

Lo ha detto a Primocanale il geologo Alfonso Bellini, lo storico perito delle alluvioni di Genova e non solo.


Bellini è anche un esperto in smottamenti e frane: gli ultimi a Molassana in via Trensasco e a Vesima

"Noi del nostro territorio conosciamo tutto e con estremo dettaglio, dove ci sono frane attive, frane quiescenti, sappiamo dove abbiamo fatto degli interventi, sappiamo tutto, però ogni volta che c'è una frana c'è sempre qualcuno che dice "oh evento imprevedibile". Ma se conosciamo le zone più a rischio dovremmo monitorare e fare manutenzione dove è necessario, rendere cioè le frane meno probabili, perché altrimenti accade quello che è successo a Vesima dove i massi hanno sfondato la rete di protezione, però le reti non si sfondano all'improvviso, ma perché si accumulano pietre su pietre e si forma una pancia che poi si sfonda. Se invece periodicamente viene svuotata quella la rete si previene, perché la rete non è di sostegno ma di protezione e vengono applicate in pareti stabili ma che sputano sassi, però bisogna controllarla.



Lo smottamento di via Trensasco?

"Mentre a  Vesima si tratta di crollo, in via Trensasco le cause sono da ricercare in infiltrazioni di acqua nei terreni argillosi che fanno perdere stabilità dei versanti".

Parliamo del rischio idraulico per le piogge...

"I meteorologi prevedono che questo autunno dopo l'estate di siccità possano essere precipitazioni abbondandanti. Non è da temere quella che voi chiamate bomba d'acqua, che è pericolosa solo per i piccoli bacini, che non sopportano questo sciacquone che gli arriva addosso; ma per i bacini medio grandi tipo Bisagno che ha 95 km di bacino la bomba d'acqua non fa niente. Il pericolo del Bisagno, che è tutt'ora presente sino a quando non sarà in funzione lo scolmatore in costruzione, può ripresentarsi come è accaduto nell'ottobre 2014 con frequenze di piogge che durano 4 o 5 giorni e poi il grosso evento, allora sì che diventa critica".

Lei tempo fa aveva parlato di un rischio emerso con la caduta di calcinacci dal Ponte Monumentale

"Intanto lì si sta intervenendo in modo pesantemente sulla struttura del ponte che è infatti circondato dalle impalcature, io avevo semplicemente segnalato che la spianata dell'Acquasola, un riempimento delle mura del '300 su cui era intervenuto nel 1820 il Barabino canalizzando le acque di un piccolo rivo che alimentava la fontana di via Foscolo, adesso questa fontana è secca da vent'anni, allora bisogna chiedersi dove sono finite queste acque che evidentemente scendono a valle, dunque aldilà degli effetti su Monumentale, bisognerebbe agire anche sulle cause controllando la canalizzazione realizzate dall'architetto Barabino".

A proposito di frane: una delle più grandi è avvenuta nel 2014 a Capolungo di Nervi: lei si era occupato anche di quello smottamento come geologo di uno degli abitanti danneggiati.

"Frana spettacolare, per così dire, addirittura i battelli che passano lì la fanno vedere ai turisti. E' avvenuta nel gennaio 2014, ci sono state perizie e due sentenze che impongono a carico del comune la sistemazione ma tutt'ora la frana è lì incombente e le cinque villette che erano lì una è stata riabitata perchè era ai lati, le altre sono vuote si stanno spaccando in due".

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