GENOVA - Quasi 28 ore di pioggia, 35 morti accertati, almeno 100 feriti, 8 dispersi e 2000 sfollati e migliaia di cittadini senza luce. Il 7 ottobre di 52 anni fa Genova fu colpita dalla Grande Alluvione, che mise in ginocchio la città.
Una pioggia incessante e intensa che portò ad accumulare 948 mm d'acqua in 24 ore. L'esondazione del torrente Leira a Voltri causò la morte di 13 persone. Poi esondarono anche il Bisagno e il Fereggiano. Marassi finì sott'acqua, dal Biscione crollò un pezzo di edificio che si stacco di netto. La Foce fu colpita da un'intensa mareggiata. Il ponte medioevale di Sant'Agata sul Bisagno venne abbattuto dalla forza dell'acqua.
La fine dell'impressionante ondata di maltempo si ebbe solo il pomeriggio del giorno successivo, l'8 ottobre. Da quel momento in poi partì la macchina degli aiuti con i giovani, come a Firenze nel 1966. Tra i primi a rimboccarsi le maniche furono i giovani che scavando con le mani e con i mezzi di fortuna recuperati liberarono scantinati e negozi dal fango che avevano distrutto tutto.
Il cantautore genovese Fabrizio De André ha dedicato una canzone a quell'evento: 'Dolcenera'. Nel testo il racconto della furia dell'acqua: "Nera che porta via che porta via la via, Nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera, Nera che picchia forte che butta giù le porte, Nu l'è l'aegua ch'à fá baggiá, Imbaggiâ imbaggiâ, Non è l'acqua che fa sbadigliare, (ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre, Nera di malasorte che ammazza e passa oltre, Nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c'è luna luna, Nera di falde amare che passano le bare".
Mario Paternostro ha dedicato una puntata di Terza alla Grande Alluvione del 1970 che ripercorre e racconta quelle drammatiche ore che potete vedere nell'Archivio Storico di Primocanale (Guarda qui).
IL COMMENTO
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