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Si potrebbe ripartire da zero, spiega Crucioli: tutto effetto di una recente sentenza del Tar del Lazio che di fatto mette in dubbio tutta l'operazione compiuta lo scorso anno
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di Matteo Cantile - Aurora Bottino

GENOVA - "La novità sta nel fatto che lo Stato sta dicendo che vuole che a decidere la validità del passaggio di Autostrade nelle sue stesse mani sia la Corte di giustizia europea". Commenta così la fine 'sub iudice' dell'operazione che ha portato alla revoca della concessione di Autostrade per l'Italia alla famiglia Benetton Mattia Crucioli, avvocato e consigliere comunale. Si potrebbe ripartire da zero, spiega Crucioli: tutto effetto di una recente sentenza del Tar del Lazio che di fatto mette in dubbio tutta l'operazione.

"Giovedì si è riunita la commissione e c'è stato il consiglio di Stato ed effettivamente non arrivata la sospensiva, si è rinviata la decisione ai primi mesi dell'anno prossimo - continua Crucioli -: c'è tutto il tempo per la Corte di giustizia di esprimersi". 

L'opzione che si torni al punto di partenza, ancora prima della vendita, non è più così incredibile.

"Non è così assurda l'idea che ci possa essere una sentenza e che quindi possa essere tutto rimesso in campo. Forse oggi è tardi, ma secondo me è bene aspettare che si pronunci la corte europea".

Il passaggio, avvenuto lo scorso anno, non è stato a costo zero per lo stesso Stato, anzi. Oltre 8 miliardi di euro sono stati depositati nelle casse dei Benetton e degli altri soci che gestivano il gruppo Autostrade: in buona parte si tratta di soci che hanno esercitato le loro funzioni prima e durante il crollo di ponte Morandi a Genova che il 14 agosto del 2018 causò la morte di 43 persone. Di fatto non una vera e propria revoca ma un acquisto.

Cessione Autostrade, Possetti: "Dopo sentenza Tar Lazio speriamo emerga vergogna di questa operazione" - IL COMMENTO

Nell'agosto del 2021 era arrivato il via libera da parte della presidenza del consiglio al perfezionamento della cessione dell'intera partecipazione al consorzio formato da Cassa depositi e prestiti, Equity, Blackstone e Macquarie, ma sono molti i dubbi sull'operazione, tanto che la procura di Roma ha aperto un'inchiesta, per ora, a carico di ignoti. Primocanale con l'editore Maurizio Rossi, membro della Commissione Trasporti XVII Legislatura più volte ha sottolineato gli aspetti controversi della vicenda chiedendo venisse rivista tutta la trattativa tra Stato e Autostrade in modo da bloccare l'accordo che stava nascendo. Nel giugno del 2021 si è svolta una manifestazione molto partecipata davanti alla Prefettura di Genova (LEGGI QUI)

Sospetti che ha anche l'avvocato genovese. Alla base anche le pressioni che determinati gruppi imprenditoriali potrebbero aver fatto su suolo italiano, spingendo per la cessione: "Penso che tutto il mondo sia paese, le stesse pressione fatte in Italia verranno sicuramente esercitate anche in Europa. Ma ci sono altre pressioni, uguali e contrarie: esistono infatti altri gruppi imprenditoriali che avrebbero voluto "inzuppare il pane in questo bel sughetto". Le concessioni facevano gola a molti - spiega Crucioli -. E sono anche certo che tante pressioni fatte gravitino attorno ad alcuni imprenditori che si sono risentiti di non aver potuto partecipare a una gara per acquisirle. Convergenti alle nostre tesi, che ritengono la cessione immorale e scandalosa, ci sono anche tesi che si basano su interessi economici reali e concreti". 

In attesa della pronuncia della Corte europea, il processo per il crollo di ponte Morandi entra nel vivo. "Penso che si concluderà con condanne esemplari,  perchè spesso lo Stato è forte con i deboli e deboli con i forti. Se ci pensate hanno fatto uscire dal processo le società (Autostrade per l'Italia e Spea, ndr) anche se era quello il corpo grosso da colpire, bisognava affondare economicamente i soci, coloro che sono moralmente i colpevoli. Invece si puniranno le persone fisiche, colpevoli sì ma fino a un certo punto. Nessuno può convincermi che non faccia tutto parte di una sorta di esplicito accordo tra varie parti dello Stato. Hanno pensato: qui è successo questo e per uscirne facciamo questo accordo, che però necessità di riuscire a far uscire dal processo la società".

Autostrade per l'Italia e l'ex società gemella addetta al controllo e manutenzione della rete, Spea, sono infatti uscite definitivamente dal processo sul crollo a inizio settembre (CLICCA QUI).

 

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