Attualità

Il corteo avviene ogni otto marzo da ormai sei anni
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di Aurora Bottino

GENOVA - "L'8 marzo è di tuttə". Questo lo slogan delle femministe di Non Una di Meno Genova che questa sera scenderanno in piazza per un lungo corteo che attraverserà la città, "per dare spazio e voce alle nostre rivendicazioni", spiegano le donne del movimento.

Il corteo avviene ogni otto marzo da ormai sei anni. "Vorremmo che questo pezzo di strada fosse attraversabile da tutte quelle donne e soggettività non conformi che lottano con noi e riconoscono come prioritaria la creazione di alternative alla violenza patriarcale, al sessismo, all'omolesbotransfobia, al razzismo, al capitalismo, al fascismo, alla logica machista e abilista", continua il comunicato.

L'appuntamento è alle 18 in piazza Caricamento. Da lì passerà per piazza della Nunziata, Largo Zecca, piazza Portello, piazza Corvetto, via XII ottobre, via XX settembre e, infine, per piazza Matteotti. Durante il corteo ci saranno gli interventi di chi ha preso parte alla costruzione della giornata, mentre al termine del corteo in piazza Matteotti il microfono sarà aperto.

"Vorremmo che l’intera giornata e il corteo fossero sì un momento di lotta, ma anche di liberazione e gioia per noi stessə: un luogo e un momento per godere dei nostri corpi e della sorellanza, confrontandoci, divertendoci, supportandoci" conclude.

Ma non sarà l'unica iniziativa dell'organizzazione, che ha organizzato uno 'speaker corner' transfemmiline in concomitanza di quello in programma di Regione Liguria. Anche qui appuntamento alle 11 in piazza De Ferrari.

"In questi mesi abbiamo raccolto decine e decine di testimonianze di violenza medica, ginecologica e ostetrica che ci raccontano della cultura patriarcale che innerva la medicina, di quanto anche i luoghi di salute siano tutt’altro che safe - si legge nel volantino -. Abbiamo raccolto le testimonianze di chi non riesce ad accedere a una visita gratuita, di chi non riesce a curarsi, di chi non ha trovato in tutta la Regione unə specialista in grado di curare la propria malattia, perché poco conosciuta, perché poco studiata, perché il proprio dolore non è stato riconosciuto. A questa ennesima vetrina organizzata da Regione Liguria, che fa dell'8 marzo una giornata di celebrazione del successo delle donne, noi porteremo il nostro dolore e la nostra rabbia.
 

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