Acciaierie d'Italia, scoppia una nuova bufera. Con Invitalia, partner pubblico di minoranza, che accusa l’attuale gestione e e il comportamento del partner privato di maggioranza, ArcelorMittal. Una lettera inviata lunedì scorso da Invitalia ai vertici di Acciaierie, con lo scopo di chiedere «chiarimenti e informazioni sulla corretta governance della società», ha confermato l’esistenza di un accordo per il rilancio dell’azienda firmato l’11 settembre scorso.
"La comunicazione di Acciaierie d'Italia Holding in oggetto, di riscontro alle due di Invitalia del 12 ottobre 2023, dimostra purtroppo, per l'ennesima volta, il grave difetto di disponibilità e collaborazione nei confronti della nostra società e la ancor più grave mancata conformità alle pattuizioni contrattuali". Comincia così la lettera di quattro pagine, datata 23 ottobre, inviata ai vertici di Acciaierie d'Italia, con in copia Arcelor Mittal, a firma dell'amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, in cui vengono elencate una serie di richieste, in alcuni casi reiterate, relative al mancato rispetto degli accordi tra le parti, sul destino dell'ex-Ilva di Taranto.
Al primo punto Mattarella chiede "chiarimenti" ad Acciaierie e lamenta "risposte soltanto parziali" e accusa di aver "omesso di fornire ad Invitalia tutte le informazioni utili a consentirle, "la corretta valutazione circa il possibile esercizio dei propri diritti'" sul contratto di finanziamento in conto soci del 14 febbraio 2023.
Insomma il governo e il socio privato trattano, si accordano e il socio pubblico non ne sarebbe a conoscenza.
Tutto questo a un giorno dall’assemblea di Acciaierie d’Italia Holding, nella quale il presidente Franco Bernabé dovrebbe formalizzare le sue dimissioni, e dall’audizione alla Camera del ministro delle Imprese, Adolfo Urso.
IL COMMENTO
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