GENOVA - Il futuro del forno crematoio a Genova torna al centro delle discussioni in Comune. L'opposizione con il rossoverde Filippo Bruzzone e il Cinque Stelle Fabio Ceraudo chiedono chiarimenti sul progetto a fronte di numeri evidenzierebbero che l'attuale forno è in grado di soddisfare le esigenze. Dall'altra parte il vicesindaco e assessore Pietro Piciocchi spiega le ragioni di "interesse pubblico" che riguardano la realizzazione di un nuovo forno a Staglieno.
Bruzzone spiega: "Le tariffe stabilite risultano essere bloccate dal 2019 a circa 527 euro a salma. Il nuovo forno è stato detto che serve per soddisfare le esigenze ma a quanto ci risulta ad oggi siamo da inizio a anno a circa 6400 cremazioni, in linea coi dati registrati dal 2011 ad oggi. Per quanto riguarda i tempi abbiamo visto che dal momento della richiesta tra autorizzazione e cremazione passa al massimo un giorno. Il progetto a noi non piace e faremo battaglia".
Il consigliere Ceraudo aggiunge: "Non capiamo il motivo dell'opera visto che all'anno l'attuale sistema secondo i dati del difensore civico può arrivare a 14mila all'anno a fronte delle attuale 8mila circa. Inoltre l'affidamento del servizio al gruppo che ha vinto il bando porterà a esso l''84% del ricavato e al Comune il 16%". Ceraudo poi fa il calcolo del numero delle cremazioni a livello regionale all'anno. Con numeri, che sommati, rappresentano la metà di quelle effettuate a Genova nei 365 giorni dell'anno. L'opera, contrastata dai cittadini della zona, potrebbe rappresentare infatti un polo centrale per tutta la Liguria
Poi arriva la replica dell'assessore Piciocchi: "Al momento il progetto è alla conferenza dei servizi dove è in corso l'integrazione della documentazione. Noi abbiamo dei dati in crescita per quanto riguarda il numero delle cremazioni. Le ragioni dell'opera non sono di tipo economico. Siamo passati da rapporto cremazione rispetto al numero di morti che si aggirava al 52-60% nel 2011 al 78,5% del 2023. Abbiamo una tendenza in continua crescita. La domanda è molto forte sul nostro territorio".
Il progetto dell'opera approvato dal Comune e proposto dalla cordata di imprese guidata dalla Crezza srl prevede un investimento di 6,5 milioni con una concessione della durata di 23 anni.
I comitati e i gruppo che si oppongono all'opera parlano di "emissioni nocive alla salute e all'ambiente che si diffondono per molti chilometri, zona a rischio idrogeologico, frana attiva, viabilità e altro".
IL COMMENTO
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