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Si accende la discussione sul tema del contrasto alla violenza di genere in consiglio comunale a Genova. A inizio seduta minuto di silenzio per ricordare la memoria di Giulia Cecchettin.
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di Andrea Popolano

GENOVA - Si accende la discussione sul tema del contrasto alla violenza di genere in consiglio comunale a Genova. La consigliera Rossoverde Francesca Ghio senza mezzi termini attacca su come sono state impiegate le risorse usate per "investire soldi, anno dopo anno, in panchine rosse, in striscioni, schermi luminosi e per l'ennesimo corso di autodifesa promosso da Regione Liguria. Giulia è stata ammazzata con delle coltellate in faccia e al collo. Davvero pensate che la soluzione sia nel delegare alla donna l'ennesima responsabilità? Noi dovremmo iniziare a educare gli uomini, non ostinarci proteggere e nascondere le donne". L'appello è quello di gestire in maniera diversa le risorse destinate al tema. Dalla consigliera Ghio e dalla consigliera Arianna Viscogliosi (Vince Genova) l'appello a investire risorse su percorsi di educazione affettiva, centri antiviolenza e progetti di supporto psicologico, perché non ci si fermi alle parole di condanna e alle scuse.

La discussione è stata preceduta da una nota di condanna del fenomeno della violenza di genere da parte del presidente del consiglio comunale Carmelo Cassibba che ha ribadito l'importanza di "lavorare insieme per creare una comunità che promuova il rispetto reciproco, l'uguaglianza e la solidarietà". Arianna Viscogliosi ha ricordato i 105 femminicidi del 2023, ha sottolineato l'insufficienza delle norme che dovrebbero arginare i fenomeni, come le leggi del "Codice rosso" e ha affermato che "la soluzione transita da una forma di rieducazione e non solo di punizione, perché il problema è di natura culturale. Non bastano pene severe, serve educare alle relazioni sane, serve educare alla vita".

Francesca Ghio ha citato Elena Cecchettin, sorella di Giulia: "Non è l'ennesimo delitto passionale, è un delitto di potere, è un omicidio di Stato. Perché lo Stato non ci protegge, perché lo stato non ci tutela". Ghio ha fatto appello alla responsabilità dell'aula e dell'amministrazione affinché nella seduta di bilancio si faccia il possibile per investire nelle realtà che si occupano di prevenzione e supporto alle donne vittime di violenza. "Spendiamo milioni di soldi pubblici per le grandi opere ma ci dimentichiamo che l'opera più grande che possiamo fare in questo momento e investire nell'educazione" ha detto. 

Anche Viscogliosi ha parlato di responsabilità morale della politica: "Per non dire "scusa se è successo ancora una volta" bisogna mettere in campo ogni azione possibile finalizzata ad alzare il livello di consapevolezza nella pubblica opinione e dell'allarme pubblico, aumentare e rendere sistematica l'educazione emotivo-affettiva nelle scuole, attivarsi, di concerto con i centri antiviolenza e con il personale di polizia giudiziaria, per diffondere nelle scuole, nei social, nei posti di lavoro, un opuscolo che spieghi gli atteggiamenti spia, i sintomi di un possibile aggravamento di violenza". Ma anche sostenere i centri antiviolenza e le associazioni, sostenere le attività di formazione, sensibilizzare i media". Tutti i gruppi sono intervenuti.

La conclusione all'assessore alle Pari opportunità Francesca Corso: "Ho apprezzato molto lo spirito dei documenti proposti, nel momento in cui si provano a trovare delle soluzioni e non mi è piaciuto come si tenti di scaricare le responsabilità su questa amministrazione o sul governo, oggi è necessario spogliarsi delle giacche politiche", ha detto.

 

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