LIGURIA - "Siamo in inverno e già ci vogliono 5-6 ore per arrivare in Liguria da Torino o Milano a causa del traffico in autostrada". Come se non bastassero la pandemia e la peste suina, sugli albergatori della Liguria si abbatte anche la piaga dei cantieri in autostrada. Fabio Raimondo, presidente del comitato Giovani Albergatori di Federalberghi Liguria, fa il punto della situazione: "Settimana scorsa l'assessore al Turismo Berrino ci ha confortati sull'esistenza di un tavolo perenne tra Autostrade e Regione Liguria. La nostra regione ha diversi tessuti economici e ognuno ha le proprie richieste, i camionisti chiedono che vengano chiusi i lavori in settimana e noi nel weekend. Però non è possibile nel periodo invernale, dove non siamo neanche al 20% di occupazione, che un turista che viene da Milano debba metterci 4-5 ore ad arrivare qui. Questo causa incidenti, che possono causare morti e non fa buona pubblicità alla nostra regione, non ci rende stabili e rende impossibile i last minute".
Il periodo natalizio non è stato migliore: gli albergatori speravano di proseguire il periodo di crescita dopo un'ottima estate ma l'aumento dei contagi ed il conseguente decreto Natale hanno allontanato i turisti dalle strutture. Oggi si intravedono turisti ma ancora troppo pochi: "È stato un Natale che ha portato qualche turista all'ultimo minuto - prosegue Raimondo - ma non è stato come gli altri anni, idem capodanno. Oggi si vede qualche turista con la voglia di bel tempo, che la nostra regione regala in questi periodi. Qualcosa si sta muovendo soprattutto sul mercato italiano. I nostri imprenditori e albergatori sono in difficoltà, la maggior parte delle strutture è chiusa non solo perché mancano turisti: i rincari delle bollette che creano difficoltà e manca personale".
Quest'ultimo punto potrebbe causare problemi al settore anche per la stagione estiva: "La difficoltà oggi è reperire dei Cv, alle strutture alberghiere non arrivano e questo crea difficoltà anche per la pianificazione estiva. Ad aprile molti alberghi inizieranno a riaprire per guadagnare qualcosa ma mancano cuochi, camerieri e receptionist, figure che fino a qualche anno fa non faticavamo a reperire".
Poi conclude con un appello: "Al 25-30% di occupazione non è lavorare e non è pagare i costi, bisogna fare qualcosa. C'è stata una cultura sbagliata del turismo, del modo di vederlo. Si è pensato che le nostre strutture lavorassero solo 4 mesi ma in realtà lavorano 12 mesi all'anno, non possiamo lavorare così poco o rischiamo di chiudere. Col nostro presidente Aldo Werdin abbiamo lavorato sulla formazione di un Its, dobbiamo investire sugli studenti e sui giovani. Alla base dei problemi c'è però una mancanza di cultura turistica in questa regione".
IL COMMENTO
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