GENOVA - La celebrazione laica piace ai genovesi per l’ultimo saluto non religioso al proprio caro estinto.
Una famiglia su tre chiede che sia un celebrante ad officiare la cerimonia di commiato invece di occuparsene personalmente (quest’ultima unica opzione possibile fino ad un anno fa).
Il dato emerge dalla rilevazione effettuata da A.Se.F. Srl, l’azienda delle onoranze e dei trasporti funebri del Comune di Genova, che traccia un primo bilancio dopo un anno di attività dei propri celebranti laici. L’azienda pubblico partecipata è l’unica, nel capoluogo ligure, ad offrire questo servizio, avviato nei primi giorni di aprile del 2023.
In 12 mesi, dall’aprile del 2023 al marzo del 2024, agli operatori A.Se.F. è stato richiesto di organizzare 105 cerimonie funebri all’interno del Tempio Laico del Cimitero di Staglieno: di queste, in 29 circostanze i famigliari hanno richiesto l’intervento di un celebrante, pari ad una percentuale del 27,6 %. A queste vanno aggiunti 21 saluti laici, celebrazioni più brevi effettuate nel luogo di partenza del trasporto funebre verso il cimitero di destinazione. Più in generale, facendo riferimento ad un dato relativo a tutte le imprese funebri di Genova, nello stesso intervallo di tempo (aprile 2023 – marzo 2024) il Tempio Laico del cimitero di Staglieno è stato utilizzato 265 volte, di cui, come detto, 105 da A.Se.F., pari al 39,6 % del totale.
"Quando abbiamo varato il progetto della celebrazione laica – commentano i vertici di A.Se.F., gli avvocati Maurizio Barabino e Franco Rossetti – avevamo la percezione che il servizio avrebbe soddisfatto le aspettative di una certa parte delle famiglie genovesi. Come per tutte le novità, anche nell’ambito funerario i genovesi dimostrano qualche timidezza iniziale. Alla fine del 2023, dopo nove mesi di sperimentazione, avevamo registrato una percentuale del 24,7 % di celebrazioni laiche mediate da specialisti. Nei primi tre mesi del 2024 il dato si è immediatamente alzato, registrando, al 31 marzo, il 35,7 %. Numeri che sono ulteriormente in crescita». A Genova è possibile organizzare una celebrazione laica in proprio, prendendo in affitto dal Comune, per un’ora, la sala del Tempio laico di Staglieno. In questo caso, sono i famigliari stessi ad occuparsi della commemorazione. «Noi mettiamo a disposizione dei cittadini uno specialista specificamente formato in centri nazionali d’eccellenza che ricopra il ruolo di celebrante e si incarichi di organizzare ed officiare la cerimonia – precisano Barabino e Rossetti – Grazie alla professionalità dei nostri tre celebranti, il servizio ha preso avvio e le richieste sono in crescita costante. Il risultato va oltre le nostre aspettative: chi ha usufruito del servizio ci ha fornito feedback assolutamente favorevoli".
I celebranti laici di A.Se.F., Simona Gastaldi, 45 anni, Davide Minervini, 28 anni e Ombretta De Martini, 59 anni, sono dipendenti esperti dell’azienda comunale, specializzati nell’organizzazione di servizi funebri. Dopo un periodo di formazione presso Federcelebranti, a Roma, e la Scuola di alta formazione funeraria, a Bologna, un anno fa sono entrati in servizio nella veste di celebranti laici. "Il nostro ruolo è quello di raccontare la vita di chi ha lasciato questo mondo – spiegano – Per noi è un onore, ma soprattutto una grande responsabilità". I celebranti, nella fase organizzativa del servizio, incontrano i famigliari più stretti del defunto per conoscerne la vita, scoprirne le inclinazioni, le passioni, condividerne il ricordo.
"Il rapporto che si crea con la famiglia nel breve tempo dell'organizzazione della cerimonia funebre è profondo e non convenzionale – assicurano -. Addentrarsi nella vita di uno sconosciuto e coglierne gli elementi per poterlo celebrare è una grande opportunità. Significa scavare con delicatezza nei suoi amori, nelle sue passioni, nella sua quotidianità, ascoltare le musiche che amava e percorrere i suoi ricordi attraverso gli album fotografici". Tutto ciò viene riversato, in forma ordinata e prestabilita, nel funerale laico che «non è antireligioso – concludono i celebranti di A.Se.F. – ma piuttosto uno spazio di libera espressione e condivisione».
IL COMMENTO
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