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Aumentano le denuncia nei settori costruzioni e sanità e assistenza sociale. Maestripieri (Cisl Liguria): "Nessuno può voltarsi dall’altra parte: la piaga degli incidenti sul lavoro riguarda tutti e colpisce i lavoratori e il sistema sociale e sanitario"
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di Andrea Popolano

LIGURIA - In Liguria nei primi due mesi del 2024 sono state registrate in media 48 denunce di infortunio sul lavoro al giorno. Un dato che non tiene conto degli infortuni 'invisibili', quelli legati al lavoro irregolare. In questa domenica si celebra infatti la giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro.

Secondo il report dell'Inail infatti le denunce di infortunio in Liguria a febbraio 2024 (ultimo dato disponibile) sono state 1.387, numeri in linea con quello dell'anno scorso quando erano state 1.391. Per quanto riguarda il bimestre gennaio-febbraio 2023 le denunce erano state 2.838 mentre nello stesso periodo di quest’anno si è registrato un lieve aumento a 2.880.

Crescono le denunce nelle costruzioni passate dalle 137 del 2023 alle 174 di questo inizio 2024. In aumento anche le denunce in ambito sanità e assistenza sociale: dalle 154 del 2023 alle 172 dei primi due mesi del 2024. In aumento anche gli infortuni mortali, nel periodo gennaio-febbraio 2023 erano stati tre mentre nel periodo gennaio-febbraio 2024 sono già quattro. Due di questi sono avvenuti nel settore delle costruzioni, le altre nel trasporto e magazzinaggio. Gli infortuni mortali si sono verificato a Genova, Savona e due a Imperia. 

In aumento le denunce di infortuni sul lavoro da parte dei giovani: nella fascia 20-24 anni sono passate da 183 a 201, nella fascia 25-29 da 230 a 272. Per quanto riguarda le singole province nei primi due mesi dell’anno Genova è passata da 1.606 a 1.711 denunce, Imperia da 362 a 320, La Spezia da 400 a 380 e Savona da 470 a 469.

"Sono numeri impressionanti, che impongono una riflessione sulla necessità, non più rinviabile, di affrontare quella che è diventata una vera emergenza sociale" dice Luca Maestripieri, segretario regionale della Cisl che aggiunge: "Nessuno può voltarsi dall’altra parte: la piaga degli incidenti sul lavoro riguarda tutti, perché colpisce sia i lavoratori che il sistema sociale e sanitario. E non deriva solamente, come si potrebbe immaginare, dall’introduzione di strumenti di lavoro pericolosi, dal poco rispetto delle norme o dall’insufficienza di controlli e ispezioni. Se, infatti, la mancanza di una cultura della sicurezza è il primo incontestabile fattore di rischio, va ricordato che sempre più spesso l’infortunio è una conseguenza di eccessivi carichi di lavoro, dell’accelerazione dei tempi di lavoro e di una cultura delle prestazioni e della produttività che aumenta i margini di rischio e che, quando non causa un infortunio, in ogni caso, provoca un pericoloso aumento della condizione di stress".

Ma non solo, le cause sono diverse e molteplici precisa il segretario regionale della Cisl: "E ancora il fenomeno del precariato che si annida nelle false partite iva, negli stage, nei tirocini, nelle false cooperative cosiddette spurie, nel ricorso fuorilegge ai contratti di tipo parasubordinato o, peggio, alle partite Iva fittizie, nell’assoluta assenza di formazione dei neoassunti: sono queste le condizioni che fanno aumentare i rischi-sicurezza sul posto di lavoro su cui si deve intervenire” conclude Maestripieri.

 

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