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di Stefano Rissetto

Bper acquista Banca Carige, nella prospettiva della creazione di un terzo grande polo bancario italiano, a fianco di quelli rappresentati da Intesa Sanpaolo e Unicredit. Forse non è un caso che l'amministratore delegato Bper, entrato nell'aprile 2021, è Piero Montani (nella foto), genovese di Sampierdarena, che era stato al vertice di Carige dal 2013 al 2016 e quindi conosce molto bene l'istituto e i dipendenti, il che fa pensare che difficilmente Carige potesse finire in mani migliori.

L'istituto modenese ha raggiunto un accordo per rilevare dal Fitd l'80% del capitale di Carige. I valori dell'operazione restano quelli già delineati nell'offerta preliminare di Bper: Genova sarà pagata un euro, previa ricapitalizzazione a carico del fondo per 530 milioni.

Seguirà l'opa di Bper sul residuo 20% del capitale a 0,8 euro per azione, prezzo a cui si è immediatamente allineato il titolo a Piazza Affari.

L'intesa arriva al termine di una valutazione durata alcune settimane sui conti dell'istituto ligure, dopo che il Fitd, lo scorso 10 gennaio, aveva preferito l'offerta di Bper a quella del Credit Agricole.

L'acquisizione dovrà essere perfezionata entro il 30 giugno, in modo che Bper possa avvalersi degli incentivi fiscali attivati dal governo per favorire le aggregazioni: incentivi dal valore attorno a 350-370 milioni di euro che, in aggiunta ai 530 milioni del Fitd, "dovrebbero permettere di coprire i costi di ristrutturazione e integrazione di Carige" consentendo a Bper - in base alla valutazione di Equita - di conservare un indicatore di solidità patrimoniale Cet1 "in area 13%" e un rapporto tra crediti deteriorati lordi e totale crediti "inferiore al 5%", garantendo un aumento a una cifra dell'utile per azione a partire dal 2023.