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Arrivano da Bangladesh, Pakistan, Yemen, Palestina, Siria, Egitto, Etiopia, Eritrea, Ghana, Gambia e Nigeria. Undici minori non accompagnati resteranno nelle strutture della Liguria
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GENOVA - Una lunga attraversata di quattro giorni per arrivare fino a Genova, è il viaggio che hanno dovuto affrontare i quasi 200 migranti messi in salvo dai volontari della nave ong Humanity 1 in diverse operazioni tra Libia e Canale di Sicilia.

Ad accoglierli al Ponte Andrea Doria le squadre di medici, infermieri e psicologi di Asl 3. Una volta attraccata la nave al via le verifiche sanitarie coordinate dal 118, poi i migranti sono scesi uno dopo l'altro. A bordo solo uomini e 77 minori non accompagnati. Le donne infatti insieme alle persone che presentavano condizioni di salute critica sono state fatte scendere a Lampedusa per un immediato soccorso.

Arrivano dal Bangladesh, da Pakistan, Yemen, Palestina, Siria, Egitto, Etiopia, Eritrea, Ghana, Gambia e Nigeria. A Genova sono stati messi a disposizione diversi interpreti che hanno assistito i migranti nelle diverse operazioni.

Un viaggio lungo e complicato ha raccontato Mirka Schäfer, portavoce politica di Sos Humanity che ha criticato la scelta di assegnare come porto di sbarco quello di Genova, troppo lontano dal luogo di salvataggio con i migranti che hanno dovuto affrontare condizioni estreme tra grande caldo e grandinate. A bordo anche un uomo con una lieve ferita da arma da fuoco alla spalla che una volta sceso è stato accompagnato in ospedale.

Terminato lo sbarco è partita la macchina della distribuzione sul territorio. Dei 199 migranti 60 resteranno in Liguria, tra loro anche undici minori non accompagnati. Gli altri 140 verranno portati fuori regione, in strutture di accoglienza presenti tra Piemonte, Bologna, Firenze e Chieti.