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"Le autostrade hanno una comunicazione obsoleta, i caratteri sono quelli che si usavano 40 anni fa", spiega l'esperto anti burocratese Tonino Bettanini a Primocanale
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di Eva Perasso



Se il presidente della Repubblica Sandro Pertini fosse ancora nella sua Stella, nel savonese, di certo non passerebbero inosservati ai suoi occhi attenti i cartelli stradali che nelle ultime settimane hanno costellato la strada statale 334 per indicare chiusure e lavori in corso. Quei segnali che hanno già più volte portato erroneamente lungo una via stretta e impraticabile alcuni mezzi pesanti ignari di quanto stavano per affrontare. Camion bloccati, vie chiuse al traffico, ore di disagi e difficoltà nelle notti agostane dell'entroterra ligure.

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Certo lo stile chiaro e asciutto di Pertini si scontrerebbe con tabelloni impossibili da decifrare, soprattutto passando in auto mentre si è impegnati alla guida. Lo conferma a Primocanale un grande esperto di comunicazione ligure, quel Tonino Bettanini che nella sua carriera è stato anche, per anni, il responsabile della comunicazione della Funzione Pubblica, dicastero oggi guidato peraltro da un ligure, Paolo Zangrillo.

"Le pubbliche amministrazioni sono indietro su tanti campi e su questo (la comunicazione, ndr) sono indietrissimo. Abbiamo un ministro conterraneo, speriamo ci ascolti e faccia qualcosa. Pertini era una persona dai modi piuttosto sbrigativi: non sarebbe stato tenero, sarebbe stato molto severo", apostrofa Bettanini in diretta su Primocanale. "Mesi fa c'erano delle vere e proprie note scritte in caratteri piccolissimi e in burocratese, ora forse va un po' meglio. Ma il problema è più complesso: i cartelli stanno in una situazione che tecnicamente si può definire di "inquinamento visivo". In rari casi sono isolati, altrimenti sono tutti ammassati. Chi guarda è una persona che guida, non un passante che si ferma a leggere".

Il problema è anche e soprattutto di coordinamento tra istituzioni diverse, spiega Bettanini: "Non possiamo pensare che un automobilista si trovi davanti a un cartello che improvvisamente gli dice che non può proseguire: la comunicazione va fatta a monte, all'inizio dell'itinerario. Questa soluzioni vanno fatte da chi conosce la situazione e non da chi non sa".

Regia condivisa tra enti diversi, collaborazione, non scordare dove e come comunicare sarebbero l'essenziale, ma questo non accade. Non sempre e non ancora, nel 2024. Così, chi trova una chiusura in autostrada viene mandato da un navigatore verso strade strette e impervie, senza sapere che il suo mezzo non potrà passarvi e resterà bloccato. Perché le mappe digitali non sono sempre aggiornate con avvisi puntuali, e le informazioni non arrivano celermente su smartphone e device. Sui cartelli in strada e sui tabelloni poi il problema del rinnovarsi è ancor più pressante, come spiega ancora Tonino Bettanini: "Le autostrade hanno una comunicazione obsoleta, i caratteri sono quelli che si usavano 40 anni fa, hanno una lentezza informativa, d'altra parte se pensiamo che abbiamo l'80 per cento di gallerie dove non prendono i cellulari, non si ascolta la radio, è una cosa imbarazzante l'incuria e il disprezzo che le amministrazioni rivelano nei confronti degli utenti".

Alla Funzione pubblica, negli anni in cui Tonino Bettanini vi lavorava, c'era una sezione del sito che si chiamava "CHIARO" dove una serie di esperti erano a disposizione delle amministrazioni per riscrivere in modo semplice i testi. "Il programma potrebbe lavorare a tutto campo e comprendere la comunicazione digitale e i suoi canali", commenta Bettanini, "perché ci troviamo in una disattenzione rispetto ai canali che gli utenti utilizzano. E' come se immaginassimo che la tv si guarda solo nel salotto di casa con tutta la famiglia schierata" Ma non è più così naturalmente, le notizie vanno su altri canali, a cominciare dagli smartphone".

L'invito è per amministrazioni ed enti coinvolti a cominciare proprio da Stella, per buona pace di Pertini e di tutti gli abitanti. "Bisogna cominciare con delle buone pratiche: il caso di Stella sarebbe un caso tipico di scuola che l'amministrazione potrebbe gestire e farne una buona pratica. Altre amministrazioni che vedono la buona pratica la copiano, nasce così una dinamica di fertilizzazione" chiude Bettanini.

 

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