GENOVA - Un grande problema. Viene definita così dalle associazioni la smania degli affitti brevi che nel giro di qualche anno si è "mangiata" i centri storici delle grandi città.
La rivoluzione
Si tratta di una rivoluzione degli ultimi dieci anni che corre parallela alle nuove tendenze del turismo (che vuole diventare sempre più 'real' e all'interno delle dinamiche di una città), dell'economia e dei grandi centri urbani. Affitti che partono dagli 800 e arrivano a sfiorare i tremila euro, lo spostamento di servizi fondamentali verso le periferie e la sostituzione dei negozi che non sono più per i residenti ma piuttosto i turisti. È quello che sta diventando la realtà di chi cerca casa (ma anche di chi ci abita già) nel centro storico di Genova, per via di diversi fattori ma riconducibile all'avvento dell'affitto turistico. Di pari passo l'arrivo continuo e sempre maggiore di turisti da tutto il mondo, a Genova per visitare la città, ha portato con sé una richiesta che le strutture ricettive non si sono fatte scappare, moltiplicandosi.
I dati
Nel 2023 sono 785.552 i pernottamenti a Genova negli appartamenti per uso turistico, il 39,3% in più rispetto al 2022 e il 77,5% rispetto al 2019. A fotografare la situazione per il 2024 ai microfoni di Primocanale è Bruno Manganaro, segretario del sindacato Sunia di Genova: "In città sono circa 11mila gli immobili adibiti ad affitti brevi. Non sono solo nel Centro Storico come spesso si pensa, ci sono anche in Valbisagno, in Valpolcevera e nel levante. Certo che una grossa fetta è nel cuore antico della città".
"Le agenzie immobiliari lo dicono apertamente, molte di loro si dedicano solo agli affitti brevi perché molti proprietari di appartamenti si dicono disponibili solo a questo tipo di soluzioni - continua Manganaro -. I proprietari molte volte sono grandi gruppi, agenzie, non sono i singoli. Il problema sta proprio lì: così un solo nome gestisce tanti appartamenti e rende il centro storico sempre più casa del 'mordi e fuggi'".
IL COMMENTO
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