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Secondo i dati sono circa 30mila le persone a Genova che vivono sotto la soglia di povertà, gran parte sono straniere. L conferma arriva dal numero di accessi centri di ascolto Caritas: su oltre 4 mila totali 3 mila sono stranieri. Tanti i giovani migranti
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di Andrea Popolano

GENOVA - Secondo i dati sono circa 30mila le persone a Genova che vivono sotto la soglia di povertà, gran parte di queste sono straniere. E la conferma arriva dal numero di accessi ai 34 centri di ascolto della Caritas sparsi per la città. Nell'ultimo anno sono state 4,1mila le persone che si sono rivolte ai volontari per chiedere aiuto e supporto e circa 3mila sono stranieri come confermano Giuliana Pongiglione e Margherita Goretti dell'Osservatorio sulle povertà e risorse di Caritas. Si parla di una percentuale superiore al 70%.

"Anni fa c'era una sostanziale parità tra stranieri e italiani che si presentavano ai centri di ascolto - spiegano dall'Osservatorio - negli ultimi anni si è registrata una netta prevalenza di stranieri tanto da rappresentare ormai il due-terzi di chi si presenta alla Caritas". In una comunità multietnica come quella popolata dagli stranieri che vivono a Genova subentrano diverse dinamiche. Ci sono infatti comunità più propense a chiedere aiuto e altre meno. La maggior parte degli accessi ai centri Caritas è avvenuto in quello di Sampierdarena, seguito da quello di Bolzaneto, Rivarolo e San Fruttuoso.

"La comunità straniera che ha il maggior numeri di accessi al centri di ascolto è quella del Marocco seguita da Ecuador, Albania, Nigeria, Perù, Romania, Senegal e Ucraina - precisano Pongiglione e Goretti -. Soprattutto nel 2022, l'anno dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, c'è stata una importante presenza di ucraini che aveva bisogno di aiuto e informazioni. Genova è stata la città italiana che ha accolto il maggiori numero di ucraini nella sua comunità, poi con il passare del tempo hanno trovato una loro sistemazione ma all'inizio hanno avuto bisogno anche di supporto burocratico con tutte le pratiche".

Ma chi sono le persone che si rivolgono ai centri d'ascolto? Intanto c'è da fare una distinzione d'età. Gli italiani sono per lo più persone tra i 45 e 74 anni mentre per quanto riguarda gli stranieri che si presenta nei diversi centro sono giovani: l'età infatti varia tra i 25 e 44 anni e rappresentano circa il 70% degli accessi ai centri d'ascolto. E in effetti c'è da considerare che Genova è la città con il più alto tasso di anziani d'Italia e la Liguria una delle più regione 'più anziane' d'Europa. Le famiglie numerose sono quelle che chiedono maggiori aiuti.

Nella maggior parte dei casi chi si presenta nei centri d'ascolto sono donne. "Questa è una caratteristica da sempre, le donne in quanto portatrici dei bisogni della famiglia si fanno carico delle necessità del proprio nucleo" spiegano dall'Osservatorio Caritas. Altro dato che emerge dall'analisi dei dati è quello dei senza fissa dimoraogni anni si registrano circa mille presenze ai centri d'ascolto, un terzo di questi sono giovani migranti. 

Le zone più abitate dagli stranieri sono la bassa Val Bisagno, il Centro storico e la medio-bassa Val Polcevera. Le comunità provenienti dall'America latina sono maggiormente concentrate nei quartieri di Sampierdarena, Campi, Campasso, Certosa, Cornigliano e Teglia. Le comunità provenienti dall'Europa dell'Est abitano per lo più nell'alta Val Polcevera e nel Ponente: da Sestri a Pra'. Le comunità africane sono concentrate nelle zone di Campi e del Centro Storico. I migranti provenienti dall'Asia abitano per lo più nelle aree di Sampierdarena e del centro storico dove in via Prè raggiungono l'incidenza più elevata.

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