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I suoi assistiti sono stati condannati a due anni
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di AnDe

Federica Tartara, un'avvocata di Genova incinta al nono mese di gravidanza, ha richiesto al tribunale di Venezia il rinvio di un'udienza per motivi di legittimo impedimento. Tuttavia, la giudice Ilaria Sichirollo lo ha respinto ed è andata a processo, condannando a due anni di reclusione i clienti di Tartara.

L'esposto al Consiglio Superiore della Magistratura

In seguito a questo episodio, la legale ha presentato un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura, sottolineando che "la Giudice Ilaria Sichirollo ha dimostrato una evidente insensibilità nei confronti del diritto dell'avvocato a proteggere la propria salute e il proprio benessere a pochi giorni dal parto", come stabilito dalle normative e dai principi costituzionali.

Il racconto della legale

"Ho semplicemente esercitato il mio diritto che è quello che mi dà il codice di procedura penale di chiedere un rinvio di un'audienza essendo a tre settimane dal parto. Si trattava di una trasferta gravosa a Venezia che comunque da Genova comporta o partire il giorno prima o all'alba e sinceramente per la mia salute mi sono permessa di chiedere un rinvio come la legge mi consente". Racconta al tg di Primocanale l'avvocata Tartara. 

La giudice coetanea dell'avvocata

"Ho presentato questo esposto al Csm, non ho nulla di personale contro questo giudice che non conosco, so solo che è una donna, che siamo più o meno coetanee però ho dovuto assolutamente denunciare una situazione che non deve più accadere perché comunque mi stanno scrivendo tante colleghe, tante persone che fanno il mio lavoro e che hanno subito cose del genere", continua la legale.

"Donne in gravidanza hanno diritto di lavorare"

"Il fatto di ritenere che una donna in gravidanza nel 2024 non possa assumere nessuna difesa e quindi debba rifiutare un cliente perché non è in grado di assumere una difesa solo perché è in gravidanza, credo che sia un concetto comunque sbagliato che non debba passare questo messaggio perché noi abbiamo il diritto di essere donne e di lavorare, di andare in tribunale e di poter comunque avere dei figli e poter continuare ad avere una carriera e poter servire bene i nostri assistiti". 

 

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